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dei costumi degl'italiani 257

tura e profonda dell’uomo e del mondo è incomparabilmente inferiore alla Francia, all’Inghilterra, alla Germania, considerando queste e quella generalmente. Ma contuttociò è anche certissimo, benché parrá un paradosso, che se le dette nazioni son piú filosofe degl’italiani nell’intelletto, gl’italiani nella pratica sono mille volte piú filosofi del maggior filosofo che si trovi in qualunque delle dette nazioni.

Primieramente dell’opinione pubblica gl’italiani in generale, e parlando massimamente a proporzion degli altri popoli, non ne fanno alcun conto. Corrono e si ripetono tutto giorno cento proverbi in Italia che affermano che non s’ha da por mente a quello che il mondo dice o dirá di te; che s’ha da procedere a modo suo, non curandosi del giudizio degli altri, e cose tali. Lungi che gl’italiani considerino, come i francesi, per la massima delle sventure la perdita o l’alterazione dell’opinion pubblica verso loro, e sieno pronti, come i francesi ben educati, a soffrire e sacrificar qualunque cosa piuttosto che incorrere anche a torto in questo inconveniente; essi non si consolano di cosa alcuna piú di leggieri che della perdita eziandio totale (giusta o ingiusta che sia) dell’opinione pubblica, e stimano ben dappoco chi pospone a questo fantasma i suoi interessi e i suoi vantaggi reali (o quelli che cosí si chiamano nel linguaggio della vita), e chi non si cura d’incorrere per amor di quello in danni o privazioni vere, d’astenersi da piaceri, ancorché minimi, e cose tali. Insomma niuna cosa, ancorché menomissima, è disposto un italiano «di mondo» a sacrificare all’opinion pubblica; e questi italiani «di mondo» che cosí pensano ed operano, sono la piú gran parte, anzi tutti quelli che partecipano in quella poca vita che in Italia si trova. Non si può negare che, filosoficamente e geometricamente parlando, essi non abbiano assai piú ragione dei francesi e degli altri che pensano e operano diversamente e che per conseguenza in questa parte essi non sieno, quanto alla pratica, assai piú filosofi. Al che li porta lo stato delle cose loro, nel quale in realtá l’opinione pubblica, per la mancanza di societá stretta, pochissimo giova favorevole e pochissimo