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256 sopra lo stato presente

temono e non curano per conto alcuno di esser o parer diversi l’uno dall’altro, e ciascuno dal pubblico, in nessuna cosa e in nessun senso. Lascio stare che la nazione, non avendo centro, non havvi veramente un pubblico italiano; lascio stare la mancanza di teatro nazionale, e quella della letteratura veramente nazionale moderna, la quale presso l’altre nazioni, massime in questi ultimi tempi, è un grandissimo mezzo e fonte di conformitá di opinioni, gusti, costumi, maniere, caratteri individuali, non solo dentro i limiti della nazione stessa, ma tra piú nazioni eziandio rispettivamente. Queste seconde mancanze sono conseguenze necessarie di quella prima, cioè della mancanza di un centro, e di altre molte cagioni. Ma lasciando tutte queste e quelle, e ristringendoci alla sola mancanza di societá, questa opera naturalmente che in Italia non havvi una maniera, un tóno italiano determinato. Quindi non havvi assolutamente buon tóno, o egli è cosa cosí vaga, larga e indefinita che lascia quasi interamente in arbitrio di ciascuno il suo modo di procedere in ogni cosa. Ciascuna cittá italiana non solo, ma ciascuno italiano fa tòno e maniera da sé.

Non avendovi buon tóno, non possono avervi convenienze di societá (bienséances). Mancando queste, e mancando la societá stessa, non può avervi gran cura del proprio onore; o l’idea dell’onore e delle particolaritá che l’offendono o lo mantengono e vi si conformano, è vaga e niente stringente. Ciascuno italiano è presso a poco ugualmente onorato e disonorato. Voglio dir che non è né l’uno né l’altro, perché non v’ha onore dove non v’ha societá stretta, essendo esso totalmente un’idea prodotta da questa, e che in questa e per questa sola può sussistere ed essere determinata.

Benché gl’italiani, come ho detto, sieno incirca a livello delle altre nazioni nella conoscenza generale della realtá delle cose relativamente ai fondamenti dei principi morali, per quanto almen basta a influire e dar norma alla condotta pubblica e privata di ciascheduno; tuttavía è ben certo e da tutti gli stranieri, non meno che da noi, conosciuto e consentito che l’Italia in fatto di scienza filosofica e di cognizione ma-