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252 sopra lo stato presente

stato di freddezza e mortificazione che risulta universalmente nella vita civile dalle dette cause; e la gloria è un’illusione troppo splendida e un nome troppo alto perché possa durare dopo la strage delle illusioni, e la conoscenza della veritá e realtá delle cose, e del loro peso e valore. L’amore della gloria è incompatibile colla natura de’ tempi presenti, è cosa obsoleta come le usanze e le voci antiquate; non sussiste piú, o è cosí raro, e dove anche sussiste è cosí debole e inefficace che non può esser principio di grandi beni alla societá e molto meno servirle di vincolo, quale egli era in gran parte una volta. A’ nostri tempi, presso quelle nazioni che hanno l’uso di quella societá intima definita di sopra, l’ambizione produce un altro sentimento tutto moderno, e di natura sua, siccome di fatto e di nascita, posteriore alle grandi illusioni dell’antichitá. Questo sentimento è quello che si chiama onore. È un’illusione esso stesso, perché consiste nella stima che gli individui fanno della opinione altrui verso loro, opinione che, rigorosamente parlando, è cosa di niun conto1; ma egli è un’illusione tanto poco alta e viva e luminosa che facilmente nasconde anche agli occhi esercitati dalla cognizione del vero, la sua vanitá, e può compatire collo stato presente e colla distruzione di quasi tutte l’altre illusioni, alla quale ella non ripugna se non mediocremente, atteso la sua natura, per cosí dire, fredda e

  1. L’opinion pubblica è di niun conto per sé stessa e perché poco o nulla influisce sulla persona, sulla fortuna e sui beni o mali, sulla felicitá o infelicitá dell’individuo, ed è cosa di niuna sostanza, e sta piú nell’immaginazione che nel fatto. Ma oltre a ciò, filosoficamente, è da esser disprezzata sopra ogni altra cosa, perch’è posta fuori della potestá dell’individuo, perch’è regolarmente incerta e senza regola; incostante nei principi e nelle applicazioni; varia e mutabile ogni giorno intorno a uno stesso individuo, a una stessa azione o qualitá; le piú volte ingiusta, favorevole al male e a’ mali, contraria al bene e a’ buoni; sempre incapace di esser preveduta, procurata con mezzi sicuri, e fissata ancor dopo ottenuta.
     Del resto l’opinione pubblica ha men sostanza anche in effetto, laddove ella è meno stimata, e viceversa, e niuna dov’ella non ha niuna stima. Dove n’è fatto conto, si ha ragione, anche filosoficamente parlando e fuor d’illusioni, di farne conto, perch’ella in tal luogo influisce veramente piú o meno su molti beni e molti mali reali (o cosí detti) della vita dell’individuo. Ella ha tanta realtá di peso quanto peso gli uomini le danno, il che non accade nelle altre cose che, piú o men peso che gli uomini dieno loro, hanno per la piú parte la stessa somma e qualitá di valore effettivo.