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3.

CARATTERI MORALI DI TEOFRASTO

Prologo.

Piú volte giá per lo addietro, meditando meco medesimo, io mi sono maravigliato, e forse io non lascerò di maravigliarmi ancora per l’avvenire, di questo che noi veggiamo, che con essere la Grecia sottoposta ad uno stesso aere, e i greci solere essere allevati universalmente a una guisa, tuttavia si trovano i nostri costumi essere tra sé discordi e dissomiglianti. Io dunque, o Policle, avendo considerata per buono spazio di tempo la natura degli uomini, come quello che mi trovo essere vissuto insino a qui ben settantanove anni, e che ho usato e avuto a fare con molte e diversissime qualitá di persone; ed avendo bene accuratamente comparato i buoni e valorosi coi tristi, sono entrato in pensiero di dovere esporre per iscrittura i modi e gli andamenti che si sogliono tenere dagli uni e dagli altri nella loro vita. Per tanto discorrendo di mano in mano genere per genere, io ti darò ad intendere particolarmente il diverso fare delle persone, e 11 modo come elle usano di governarsi; atteso, o Policle, che io sono di opinione che i nostri figliuoli debbano riuscire piú virtuosi se noi lasceremo loro di cosí fatti libri, dei quali essi servendosi come per mostre o esempi, ragionevolmente si eleggeranno di comunicare e conversare coi piú costumati, per non avere a essere da meno di quelli. Vengo dunque di presente al proposito: a te si aspetta di venirmi accompagnando coll’attenzione, e veder se ti pare che io dica la veritá. E senza