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212 appendice ai volgarizzamenti

in mano quella contrada, e il nostro di non la pigliare in niun modo. Delle quali cose pareva a quelli che le udirono recitare, che io ragionassi in guisa che niuno di loro attendeva a lodare, siccome è usanza di certi, la orazione medesima o le parole di quella, come accurate e pure, ma bene si maravigliavano della veritá delle sentenze, e stimavano per niuno altro modo potere essere che voi vi rimaneste da quella contesa, se non per quest’uno, e ciò è dire, se tu dall’una parte fossi fatto capace doverti meglio fruttare l’amicizia nostra, di quello valevano le entrate che si potessero cavare da Anfipoli; e se la cittá conoscesse dall’altra parte, che al tutto egli si vuole astenersi da fondare di cosí fatte colonie, che sono andate a perdizione coi loro uomini giá insino a quattro volte o cinque, e che egli bisogna cercare di cotali siti lontani da chi abbia potenza di comandare, e vicini a gente usata a servire, come è, per modo di esempio, il luogo dove i Lacedemoni posero la loro colonia di Cirene. Ancora similmente, se tu comprendessi che cedendo a noi quella contrada in nome, tu l’avresti pure in fatto alla tua signoria, e ne acquisteresti da vantaggio la nostra amicizia, della quale riceveresti altrettali statichi quanti fossero i coloni che di qua si mandassero nel tuo dominio; e dall’altro canto, se qui si trovasse alcuno che desse ad intendere al popolo come se noi prenderemo Anfipoli, egli ci converrá, per rispetto a quelli dei nostri che vi abiteranno, avere quello stesso riguardo agl’interessi tuoi, che giá in altri tempi avevamo a quello antico Médoco, per cagione dei nostri coltivatori stanziati nel Chersoneso. E queste essendo le cose che si esponevano ai cittadini per quella scrittura, sperava chiunque la udí, che divulgata che ella fosse, dovessero ambedue le parti mettere giú le armi, e ravvistesi, prendere qualche partito conducevole alla utilitá comune. Ora quanto si è a queste loro opinioni, o stolte o pur savie che elle si fossero, non altri che essi ragionevolmente hanne a portare o la lode o il biasimo. Ma intanto che io era in su quella scrittura, innanzi che ella fosse condotta a perfezione, voi fermaste la pace, operando in ciò saviamente, perocché