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frammento della spedizione di ciro 209

fabbricasse la fortezza di Celène e la detta reggia. Ciro soprastette in questo luogo trenta dí; e venne Clearco lacedemonio con mille fanti armati alla greve, ottocento traci peltati e dugento saettatori cretesi. Quivi si trovarono eziandio Sosia da Siracusa e Sofèneto di Arcadia con mille armature grevi l’uno. E Ciro fece la rassegna e il novero dei soldati greci nell’orto, che furono in tutto undicimila armature grevi a piedi e circa duemila peltati.

Dopo questo, levato il campo, e fatto in due giornate venti parasanghe, venne a Pelta, cittá popolata, e quivi sostenne tre dí; nel qual tempo Senia celebrò le feste lupercali con sacrifizi e giuochi, dando stregghie d’oro a chi vinceva. E si trovò Ciro medesimo a vedere i giuochi. Di poi, fatte in due giornate dodici parasanghe, venne a Piazza degli stovigli, cittá popolata, che è l’ultima della Misia. Quindi a trenta parasanghe, in tre alloggiamenti, arrivò a Campo di Caistro, cittá popolata, dove si fermò cinque giorni. E l’esercito aveva a essere pagato di tre mesi e piú, tanto che spesso, andando alle porte di Ciro, gliene chiedevano. Il quale gli menava con buone speranze; ma si lasciava scoprire che stava di mala voglia: perocché non era secondo il suo fare che, avendo il danaio, non pagasse quel che doveva. In questo la moglie di Siènnesi re della Cilicia, di nome Epiassa, venne agli alloggiamenti di Ciro, e corse voce che gli desse molta moneta. E Ciro soddisfece all’esercito delle paghe di quattro mesi. Aveva la detta Epiassa alcune guardie del corpo, che erano parte di Cilicia, parte della cittá di Aspendo. E si ragionava che Ciro usasse colla Reina.

Di lá, fatte in due giornate dieci parasanghe, arrivò a Timbrio, cittá popolata. Accanto alla strada era una fontana che si chiama fontana di Mida, il quale fu re di Frigia; e si narra che presso alla detta fonte pigliò Sileno satiro, avendola meschiata di vino. Mosso che fu da Timbrio, fece in altre due giornate altre dieci parasanghe, e venne a Tirièo, cittá popolata, dove si fermò tre giorni. E la Donna di Cilicia, per quello che si racconta, pregò Ciro che le mostrasse l’esercito: