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questa considerazione medesima si manifesta ch’ella sia falsa:

dico dal vedere che gli uomini, per seguir lei, sono peggiori che quelli della contraria. Poiché non è ragionevole che l’opinione falsa faccia migliori gli uomini, e peggiori li faccia la vera: ma senza alcun fallo, quel che fa gli uomini peggiori, quello è il falso; e quello che li fa migliori è il vero. Di poi, non bisogna che altri, attendendo a quello che l’uomo ha comune cogli altri animali, conchiuda però che tutta la nostra essenza sia prossima a quella delle bestie; ma vuoisi eziandio guardare a quelle altre operazioni dell’uomo che hanno piú del divino, e di qui conchiudere che in noi debba anco essere un’altra essenza, molto piú divina di quella degli animali.

La veritá è questa. Che presegga alla universitá delle cose un Dio unico, artefice delle medesime e governatore, e che questo sia di bontá suprema, non ci può essere alcuno (se egli non fosse però di concetti molto ben guasti), che, o discorrendo seco medesimo non lo affermi, o, udito cosí giudicare da altri, non lo confessi. Similmente, che tra questa natura e la umana debba ancora esserci un’altra natura: sia poi questa di un genere solo, ovvero distinta in piú generi: dico una natura superiore alla nostra dall’un dei lati, e dall’altro, di grandissima lunga inferiore alla divina, non ci sará chi lo neghi: perocché niuno presumerá che l’uomo sia la piú perfetta e la migliore di tutte le opere di Dio. Queste tali sostanze adunque, piú perfette di noi, ciascuno dirá non dovere essere altro che intelligenze, ovvero ancora certe anime piú eccellenti delle nostre. Ora queste sí fatte nature, quale altro atto e quale operazione avranno piú propria e piú principale, che la contemplazione degli enti? e sopra di questa, la considerazione dell’autore dell’universo? la quale è la piú eccellente operazione, e la piú beata che possa aver luogo in quelli che da natura vi sono atti. E vedesi manifestamente che l’uomo ancora è capace, oltre alla speculazione degli altri enti, anche di questa considerazione di Dio. Per tanto non diremo che la specie umana partecipi solamente degli atti delle bestie, e che solo sia occupata in quelle medesime cose che sono occupati gli ani-