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Abbiate l’amicizia mia per sicurissima e costantissima, e sforzatevi di conservare lo stato presente né vogliate desiderar mutazione alcuna; considerando che per cosi fatti moti, forza è che periscano le cittá e che le case private rovinino. Fate ragione che l’asprezza o la mansuetudine dei principi non procede solo dalla natura di quelli, ma eziandio da’ portamenti dei cittadini, perché molti signori per la malvagitá dei sudditi sono necessitati di usare un governo piú duro che non vorrebbono. Fondamento di sicurezza d’animo vi debbe essere non piú la benignitá mia che la vostra propria virtú. E abbiate a mente che l’essere io libero da pericoli, dará luogo a voi di poter anco vivere senza timori, perché se le mie cose staranno bene, le vostre eziandio staranno non altrimenti. Voi dovete essere umili verso l’imperio mio, con osservare i costumi introdotti e custodire le leggi reali ; ma splendidi nei servigi della cittá e nello eseguire i miei comandamenti. Studiatevi di menare i giovani alla virtú, non solo colle parole, ma eziandio mostrando loro colle opere come abbiano a esser fatti gli uomini buoni e d’assai. Ammaestrate i figliuoli propri a sapere essere governati dai principi, ed assuefategli a porre nello studio di cosi fatta virtú la maggiore industria e la maggior cura del mondo; perocché se eglino impareranno ad essere governati, saranno poi molto meglio atti a governare; e se eglino riusciranno fedeli e diritti, entreranno a parte dei nostri beni; se tristi, andranno a pericolo di perdere i loro propri. E fate giudizio di avere a lasciare ai figliuoli una ricchezza grandissima e stabilissima, se voi lascerete loro la nostra benevolenza. Abbiate per supremamente miseri e sfortunati quelli che sono mancati di fede a chi si era fidato di loro; necessaria cosa essendo che questi tali vivano il rimanente della loro vita in grande sconforto, avendo sospetto e paura di chicchessia e non si fidando piú degli amici che dei nemici. Paianvi degni d’invidia, non quelli che abbondano di ricchezze