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attendano volentieri. Giudica le loro contese senza favore, e per guisa che i giudizi non sieno contrari gli uni agli altri, ma delle cose medesime sentenzia in un medesimo modo sempre; perché egli è decoroso e utile insieme, che il sentimento del principe nelle cose che toccano alla giustizia, sia fermo ed immobile al pari delle buone leggi. Governa la cittá nel modo che tu dèi governare la casa paterna, cioè con isplenditezza regia negli apparati, e con molta esattezza in ogni faccenda, a fine di potere a un medesimo tempo tenerti in riputazione e bastare alle spese. Magnifico non ti dimostrare in quelle cose che vogliono il dispendio grande e passano subito, ma si bene in quelle dette di sopra, e nella bellezza delle robe, e nell’usare liberalitá cogli amici. Imperocché il frutto di cotali spese ti resterá sempre mentre che tu vivrai, ed ai posteri, oltre a ciò, lascerai cosa di piú valore che non saranno state le somme che tu avrai spese. Onora gli dèi nel modo che praticarono gli antenati ; ma pensa che il sacrificio piú bello e il maggior culto divino si è quando l’uomo è migliore e piú giusto che può, atteso che egli è piú da aspettare che questi tali impetrino alcuna grazia da Dio, che non quelli che offeriscono molte vittime. Gli onori che sono principali nell’apparenza, si vogliono dare ai piú congiunti di sangue, ma quelli di piú sostanza, alle genti piú affezionate. Fa’ ragione che la piú sicura guardia del corpo che tu possa avere sia la virtú degli amici,’ la benevolenza dei cittadini e il senno tuo proprio; perciocché con questi mezzi, piú che con qualunque altro, si possono si conseguire i principati e si conservargli. Abbi cura delle sostanze dei privati, e fa’ conto che chi scialacqua spenda del tuo, chi lavora e fa roba accresca le tue facoltá; perché tutti gli averi dei sudditi sono propri del signore che regna bene. Dimostrati perpetuamente studioso del vero per si fatta guisa che piú fede sia prestata alle tue parole che ai giuramenti degli altri.