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renditi scolare, e procaccia di riuscir buon giudice delle minori cose, e delle maggiori emulo. Mediante i quali esercizi, in brevissimo tempo tu potrai divenire tale, quale abbiamo definito essere il principe buono ed atto a bene amministrare le cose pubbliche. E a questo intento per certo ti spronerai da te stesso gagliardamente, se tu stimerai cosa indegna che chi è da meno o peggiore comandi a chi è migliore o da piú, e che gli sciocchi reggano i giudiziosi. Imperciocché quanto la scempiaggine altrui parratti piú vile e piú spregevole, con tanto maggiore studio eserciterai l’intelletto proprio. Da queste cose per tanto incomincino quelli che vogliono poter fare qualche buono effetto. Oltre di questo, bisogna amare gli uomini e la cittá. Né cavalli, né cani, né uomini, né altra cosa veruna si può governare per acconcio modo, chi non ha inclinazione a quello a che egli dèe soprastare. Tien’ conto della moltitudine, e studia quanto cosa alcuna del mondo che il tuo reggimento riesca a loro a grado, considerando che si delle signorie di pochi, si degli altri stati, quelli durano piú, i quali nel miglior modo si affaticano di piacere alla moltitudine. Tu governerai bene il popolo se non lo lascerai trascorrere a sfrenatezza e insolenza contro agli altri, né gli altri contro a lui, provvedendo che i piú meritevoli abbiano gli onori e le dignitá, e gli altri non sieno ingiuriati in cosa alcuna; fondamenti primi e principalissimi di buona repubblica. Dei bandi, degli statuti, delle costumanze togli o riforma quello che non istá bene; e se tu puoi, trova per te medesimo gli ordinamenti piú acconci, se no, imita quello che di buono e di convenevole hanno gli altri luoghi. Cerca di cosi fatte leggi che oltre ad essere giuste, utili e tra sé concordi, facciano le liti e le controversie dei cittadini pochissime e le decisioni prestissime quanto piú si può; di tutti questi pregi dovendo essere fornite le leggi buone. Fa’ che i lavori ed ogn’industria lodevole riesca a’ tuoi sudditi di guadagno, e per lo contrario le brighe e i litigi sieno loro di scapito, acciocché da queste cose abborriscano, ed a quelle