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quelli de’ tuoi familiari che si attristano del tuo male, ma eziandio quelli che non si attristano del tuo bene; imperocché sono molti che pigliano dispiacere delle avversitá dell’amico, e nelle prosperitá gli hanno invidia. Degli amici assenti fanne menzione coi presenti alcuna volta, acciocché questi pensino che, eziandio lontani, tu non mancherai d’avergli a memoria. Nel vestire segui la eleganza e la magnificenza, ma non le attillature e le squisitezze. Non amar che la roba ti soprabbondi, ma si bene di usarla moderatamente. Fátti beffe di quelli che vanno dietro alle ricchezze e non sono buoni a servirsi di quel che hanno, perché questi tali sono come chi avesse un cavallo bellissimo e non sapesse cavalcare. In somma ingégnati di sapere e goder le ricchezze ed usarle bene. E fa’ molto conto della tua roba per due rispetti: l’uno, per poter pagare, occorrendo, una multa grossa; l’altro, per poterne sovvenire a un amico d’assai che fosse in qualche miseria. Per ogni altro rispetto non volerla stimare piú che mezzanamente. Abbiti per lieto e pago della tua condizione: tuttavia cerca di vantaggiarti. Non rimproverare a persona del mondo una sua mala ventura; perché la fortuna è comune e l’avvenire incerto. Fa’ benefício ai buoni. Perocché se un uomo da bene ci ha obbligo di un servigio, egli è come avere un bel capitale riposto. A giovare ai malvagi, t’interverrá cornea quelli che danno mangiare ai cani altrui, perché questi abbaiano non meno a chi porge loro che agli altri, e i malvagi fanno parimente ingiuria a chi gli benefica e a chi gli offende. Non altrimenti abbi in odio chi ti adula che chi t’inganna, perché gli uni e gli altri, se tu gli credi, ti nocciono. Se tu accarezzerai quegli amici che ti gratificheranno in cose cattive e brutte, tu non ne avrai di quelli che per fin di bene si mettano a pericolo di venirti in odio. Nel conversare dimòstrati umano e trattabile, che è cosa che piace a tutti ; non duro, non disdegnoso, che non lo possono patire appena gli schiavi. A volere esser trattabile e