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Metti piú diligenza in serbare i depositi, per dir cosi, di parole, che quelli di danari ; perciocché ogni uomo da bene dèe dare a vedere che piú fede si meritino i suoi costumi che i suoi giuramenti. Fa’ conto che egli bisogna cosi diffidarsi dei tristi come fidarsi dei buoni. Non comunicare i segreti a chicchessia, salvo se il tacerli non fosse utile a quelli a cui tu gli rivelassi, non meno che a te proprio. Non pigliare a far giuramento se non se per l’una delle due cause, o di liberarti da una imputazione ignominiosa, o di salvare un amico da qualche pericolo. Ma per causa di danari o di roba non voler mai giurare a nessun iddio, se bene tu fossi per farlo con veritá; perché la gente penserebbe che tu spergiurassi o che tu ti movessi per avarizia. Non ti obbligar per amico a nessuno che tu non abbia indagato il modo come egli sará proceduto verso gli amici accostatiglisi prima, perché non hai da aspettare che egli ti riesca diverso da quello che avrá fatto a loro. A prendere le amicizie si vuol andare a rilento, ma prese, sforzarsi di conservarle, perché egli è disdicevole parimente a non avere nessun amico e a mutargli spesso. Non si vuol fare esperienza degli amici con proprio danno, né starsene senza avergli provati. Per questo tu dèi fingere alcun bisogno che tu non abbi, e comunicare agli amici alcuna cosa la quale si possa divulgare, e raccomandarla che se l’abbiano in segreto. Cosi, quando essi ti manchino, tu non ne riceverai nocumento, e quando non ti manchino, tu gli conoscerai meglio. Giudicagli massimamente secondo che ti riescono nelle sventure e nei pericoli che ti occorrono, essendo che egli si conosce l’oro nel fuoco e gli amici nelle avversitá. Per la tua parte, tu procederai verso loro nel miglior modo, se non aspetterai che essi ti richieggano, ma spontaneamente, quando lor fará di mestieri, gli aiuterai. E pensa che a lasciarsi vincere dagli amici ne’ benefizi è cosa non manco vituperevole che a lasciarsi superare nelle offese dagl’inimici. Abbi in molto pregio non solamente