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2.

ERCOLE

FAVOLA DI PRODICO

Avvertimento del Volgarizzatore.

Questa Favola , che fu molto famosa appresso gli antichi, menzionata da Cicerone negli Uffici, da Clemente alessandrino, da due Filostrati, da Suida, è tratta dal secondo libro delle Memorie socratiche di Senofonte. Prodico, detto sofista, cioè professor di letteratura, fu dell’isola di Ceo, a tempo di Socrate, e venne in tal fama di sapienza, che si soleva dire in proverbio, come per cosa impossibile o per iperbole, piú saggio di Prodico. Andava, secondo l’usanza dei sofisti di quel secolo, per le cittá della Grecia, recitando tra le altre cose, il ragionamento che conteneva questa medesima favola; per rispetto del quale, come di opera utile alla gioventú, fu molto onorato dai tebani e dai lacedemoni, e per l’eloquenza molto pregiato e ammirato in Atene, dove andò una volta ambasciatore non so se della sua patria o d’altri.