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110 moralisti greci

ciullo, ma uomo fatto. Se tu ti starai cosí neghittoso e a bada senza pensare, accumulando ogni giorno indugi con indugi, moltiplicando in propositi, destinando ora un termine e fra poco un altro, in capo al quale incominciare ad attendere a te medesimo; tu non te ne avvedrai che senza aver fatto un progresso al mondo, sarai pur vissuto e morto uomo del volgo. Incomincia dunque insino da ora a studiar di vivere da uomo perfetto e che cresce in virtú; e tutto quello che ti parrá essere il migliore, siati in luogo di legge inviolabile. E come prima ti si fará incontro alcuna cosa dura e spiacevole o pure dilettosa e dolce, alcuna che porti seco l’estimazione o la lode ovvero il dispregio o il biasimo delle genti, fa’ ragione ch’egli sará venuto il tempo dell’aringo, e quella essere l’ora della solennitá olimpica, e non ci aver luogo indugio; e che secondo che tu sarai per durare ovvero per cedere in una battaglia, tu perderai ovvero conserverai l’avanzamento tuo nel bene. Socrate in cosí fatta guisa diventò perfetto, a niente altro avendo riguardo in ciascheduna cosa che gl’incontrava, se non solamente alla ragione. Che se bene tu non sei per ancora un Socrate, tu déi però vivere come uno il quale desideri di esser tale.

[LII]

Il primo e piú necessario luogo nella filosofia si è quello delle proposizioni morali pratiche, come sarebbe, per modo di esempio, questa: che egli non si dèe mentire. Il secondo è quello delle dimostrazioni; come, per esempio, provare con argomenti che non si dèe mentire. Il terzo serve a confermazione e distinzione delle stesse cose, e trattavisi, ponghiamo, donde è che questa tale è dimostrazione, e che cosa è dimostrazione, che cosa sono conseguenza e repugnanza, veritá e falsitá. Di modo che il terzo luogo è necessario a rispetto del secondo, il secondo a rispetto del primo; ma il piú necessario di tutti, e dove si dèe restare, si è il primo. Ora noi facciamo al contrario; che noi soprastiamo nel terzo luogo, e in quello