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pensieri - ii 5

in tôr via questo scandalo si adoperano tanto efficacemente, che pochi esempi si vedono di ribaldi, salvo se non sono persone del tutto oscure, che caduti in mala fortuna, non racconcino le cose loro in qualche modo comportabile.

All’opposto i buoni e i magnanimi, come diversi dalla generalitá, sono tenuti dalla medesima quasi creature d’altra specie, e conseguentemente non solo non avuti per consorti né per compagni, ma stimati non partecipi de’ diritti sociali, e, come sempre si vede, perseguitati tanto piú o meno gravemente, quanto la bassezza d’animo e la malvagitá del tempo e del popolo nei quali si abbattono a vivere, sono piú o meno insigni; perché, come ne’ corpi degli animali la natura tende sempre a purgarsi di quegli umori e di quei princípi che non si confanno con quelli onde propriamente si compongono essi corpi, cosí nelle aggregazioni di molti uomini la stessa natura porta che chiunque differisce grandemente dall’universale di quelli, massime se tale differenza è anche contrarietá, con ogni sforzo sia cercato distruggere o discacciare. Anche sogliono essere odiatissimi i buoni e i generosi, perché ordinariamente sono sinceri, e chiamano le cose coi loro nomi. Colpa non perdonata dal genere umano, il quale non odia mai tanto chi fa male, né il male stesso, quanto chi lo nomina. In modo che piú volte, mentre chi fa male ottiene ricchezze, onori e potenza, chi lo nomina è strascinato in sui patiboli; essendo gli uomini prontissimi a sofferire o dagli altri o dal cielo qualunque cosa, purché in parole ne sieno salvi.

II.

Scorri le vite degli uomini illustri, e se guarderai a quelli che sono tali, non per iscrivere, ma per fare, troverai a gran fatica pochissimi veramente grandi, ai quali non sia mancato il padre nella prima etá. Lascio stare che, parlando di quelli che vivono di entrata, colui che ha il padre vivo, comunemente è un uomo senza facoltá; e per conseguenza non può nulla nel mondo: tanto piú che nel tempo stesso è facoltoso