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102 moralisti greci


Le cose appartenenti al corpo, come dire il mangiare, il bere, il vestito, il tetto, la servitú, adoprinsi non piú oltre che in quanto elle servono al puro uso. Tutto quello che è ad ostentazione o a delizia, taglisi via.

Innanzi alle nozze egli si vuole astenersi dai diletti carnali quanto si può, e usandogli pure alcuna volta, non si discostare in ciò dalle leggi. Ma tu non vorrai perciò riprendere e noiar con parole coloro che gli sogliono usare, e non istarai ad ogni poco a mettere in campo che tu non usi di cosí fatte voluttá.

Chi ti riportasse che il tale o il tal altro dicesse mal di te, non pigliare a scusarti e difenderti, ma rispondi che egli si vede bene che questi non ha contezza degli altri difetti che io ho, perocché, sapendogli, ei non avrebbe tócco solamente questi.

A teatri non accade usar molto. Ma quando ti sará nata occasione di trovarti in cotali luoghi, non dimostrar sollecitudine o pensiero di qualsivoglia altro che di te stesso, cioè non voler che avvenga se non quel medesimo che avverrá, né che vinca altri che quegli a cui toccherá la vittoria; perocché in tal modo non t’interverrá che il suo desiderio abbia impedimento. Dal gridare, dal soverchio ridere sopra alcuna qual si sia persona o cosa, dal molto dimenarti e contorcerti, convienti astenere al tutto. E uscito che tu sarai di lá, non andare troppo ragionando cogli altri dell’accaduto, se giá non fosse di cose che potessero conferire a farti migliore. Perocché tu faresti segno che lo spettacolo ti fosse oltre modo piaciuto.

Non andare all’udienza di certi dicitori, anzi schifa di trovarviti in ogni modo. Che se per ventura vi ti troverai, fa’ di serbare una contenenza grave e soda, e non però spiacevole né superba.

Accadendoti di dover venire a qualche ragionamento o pratica con chicchessia, e specialmente con alcuno di quelli che sono reputati soprastare agli altri, proponti dinanzi agli occhi quello che avrebbe fatto in tale occorrenza o Socrate o