Pagina:Leopardi, Giacomo – Operette morali, 1928 – BEIC 1857808.djvu/56

50 operette morali


a ogni modo, e levare il giudizio a me, cercando quello di coloro; il quale io non so dove si sia, né se vada o resti in nessuna parte del mondo; so bene che qui non si trova; come non ci si trovano le altre cose che tu chiedi.

Terra. Almeno mi saprai tu dire se costi sono in uso i vizi, i misfatti, gl’infortuni, i dolori, la vecchiezza, in conclusione i mali? Intendi tu questi nomi?

Luna. Oh, codesti sí che gl’intendo; e non solo i nomi, ma le cose significate, le conosco a maraviglia: perché ne sono tutta piena, in vece di quelle altre che tu credevi.

Terra. Quali prevalgono ne’ tuoi popoli, i pregi o i difetti?

Luna. I difetti di gran lunga.

Terra. Di quali hai maggior copia, di beni o di mali?

Luna. Di mali senza comparazione.

Terra. E generalmente gli abitatori tuoi sono felici o infelici?

Luna. Tanto infelici, che io non mi scambierei col piú fortunato di loro.

Terra. II medesimo è qui. Di modo che io mi maraviglio come essendomi si diversa nelle altre cose, in questa mi sei conforme.

Luna. Anche nella figura, e nell’aggirarmi, e nell’essere illustrata dal sole io ti sono conforme; e non è maggior maraviglia quella che questa: perché il male è cosa comune a tutti i pianeti dell’universo, o almeno di questo mondo solare, come la rotonditá e le altre condizioni che ho detto, né piú né meno. E se tu potessi levare tanto alto la voce, che fossi udita da Urano o da Saturno, o da qualunque altro pianeta del nostro mondo; e gl’interrogassi se in loro abbia luogo l’infelicitá, e se i beni prevagliano o cedano ai mali; ciascuno ti risponderebbe come ho fatto io. Dico questo per aver dimandato delle medesime cose Venere e Mercurio, ai quali pianeti di quando in quando io mi trovo piú vicina di te; come anche ne ho chiesto ad alcune comete che mi sono passate dappresso: e tutti mi hanno risposto come ho detto. E penso che il sole medesimo, e ciascuna stella risponderebbero altrettanto.