Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta. |
nota | 331 |
Il Parini, ovvero della gloria (6 luglio-13 agosto);
Dialogo di F. Ruysch ecc. (16-23 agosto);
Detti memorabili di F. Ottonieri (29 agosto-26 settembre);
Dialogo di C. Colombo e di P. Gutierrez (19-25 ottobre);
Elogio degli uccelli (25 ottobre-5 novembre);
Cantico del gallo silvestre (10-16 novembre);
Note (7-13 decembre).
Il lavoro lo assorbi cosí intieramente, che in tutto l’anno non gli lasciò tempo di scrivere un verso; e non è facile indovinare come e quando potesse abbozzare il Discorso su i presenti costumi degl’italiani, per quanto steso con evidente fretta e ben lontano dalla cristallina perfezione di questa prosa. Neppur nello Zibaldone scrisse; e mentre l’anno avanti ne aveva riempiti piú di millecinquecento pagine (da 2470 a 4006) in quel 1824 non vi notò che pochi appunti (da p. 4007 a 4123) e, salvo poche eccezioni, quasi solo di lingua: etimologie, raffronti ecc.
Ma un anno, anche di lavoro intenso, non basterebbe a dar ragione di quelle «fatiche infinite» che scriveva allo Stella le Operette gli erano costate, se i lunghi studi e le vaste letture e le meditazioni dolorose di piú anni non vi fossero espresse in forma geniale.
Quella ispirazione il Leopardi non la trovò piú: artista essenzialmente, egli non avrebbe potuto dar fuori in forme dottrinali quella che chiamava la «sua filosofia»: e dei suoi tanti studi rimase un materiale bruto di notizie, di frammenti, di documenti, noti ormai agli studiosi, perché quello Zibaldone fu stampato cosí com’egli lo lasciò, e come si è quasi miracolosamente conservato.
Singolare metodo di studio che può far la delizia dei «cronologisti», i quali e in quelle quattromila cinquecento pagine e nell’epistolario, e per la cura meticolosa con cui il Leopardi usava notar le date precise di tutto quanto scriveva, possono seguire giorno per giorno il lavoro del suo pensiero, i turbamenti e gli sconforti profondi dell’animo. Ma la pubblicazione di quei Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura, se è preziosa sotto tanti rispetti, non è però facile alla lettura; e la distribuzione saltuaria e quasi accidentale di tanta materia di studi varii richiede ingrate fatiche. Egli stesso, il Leopardi, per orientarsi in quel colossale scartafaccio, dovè, nel 1827, cominciare un Indice: — guida sicura a riordinar tanto materiale, secondo i disegni lungamente proseguiti e non potuti condurre a termine.