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appendice 309


occhi tutto giorno, anzi ancora quelli stessi piú che mai assuefatti a tali cose pretese indispensabili, quando per mille diversitá di accidenti si trovano in circostanza di mancarne, alle volte anche volontariamente.

Osservate in questo proposito che, essendo certo non potersi perfezionare il corpo dell’uomo, anzi deperire nella civiltá, e quindi non darsi perfettibilitá dell’uomo in quanto al corpo, la quale infatti niuno asserí né asserirebbe; tuttavia si sostiene la sua perfettibilitá infinita in quanto all’animo; quando intorno al corpo, volendo anche prendere per perfezioni quelle che oggi si credono tali, e in natura sono la maggior parte il contrario, certo però la perfettibilitá sarebbe finitissima. I quali tutti, in luogo di accorgersi della loro infelicitá, hanno anzi creduto e credono e si accorgono molto meno di essere infelici di quello che noi facciamo a riguardo nostro; e molto meno lo erano e lo sono, si per questa credenza come anche indipendentemente.

Non chiamerò in mio favore la sètta cinica e l’esempio e l’istituto loro, diretto a mostrare col fatto di quanto poco e di quante poche invenzioni e sottigliezze abbisogni la vita naturale dell’uomo. Non ripeterò che, siccome l’abitudine è una seconda natura, cosí noi crediamo primitivo quel bisogno che deriva dalla nostra corruzione; e che molti, anzi infiniti bisogni nostri sono oggi reali, non solamente per l’assuefazione, la quale, come è noto, dá o toglie la capacitá di questo o di quello e di astenersi da questo o da quello; ma anche senza essa, per l’indebolimento ed alterazione formale delle generazioni umane, divenute oggidí bisognose di certi aiuti soggette a certi inconvenienti e quindi necessitose di certi rimedi che non avevano alcun luogo nella umanitá primitiva ecc.

DIALOGO DI PLOTINO E DI PORFIRIO 19 marzo 1821, Z. 814-19 (II, 201-3):

La nostra condizione oggidí è peggiore di quella de’ bruti anche per questa parte. Nessun bruto desidera certamente la fine della sua vita; nessuno, per infelice che possa essere, o pensa a tòrsi dalla infelicitá colla morte, o avrebbe il coraggio di procurarsela.

La natura, che in loro conserva tutta la sua primitiva forza, li tiene ben lontani da tutto ciò. Ma se qualcuno di essi