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292 | operette morali |
il contrario delle cose dette di sopra e, distruggendo le buone disposizioni naturali, e le qualitá contratte ne’ primi anni, rendere l’individuo tanto peggiore di carattere, d’animo, di costumi, di qualitá, di azioni o di desidèri quanto piú egli avesse sperimentato. Allora dunque i vecchi furono (nella gran societá) molto meno stimabili e stimati, quanto alla virtú ed alla onestá, che i giovani ecc.; molto piú tristi, svergognati, finti, coperti, furbi, traditori, malvagi, insomma alieni dal ben fare e dannosi, o inclinati a far danno, ai compagni e alla societá. Laddove quei dell’altre etá, e massime i giovani, furono molto piú degni di stima e molto piú utili o men dannosi, perché meno corrotti; piú buoni, perché piú naturali; piú proprii a ben fare, piú misericordiosi, piú benefici, perché men freddi, piú generosi per natura dell’etá, men guasti dall’esempio e dalle cattive massime, o ancor non guasti ecc.
3. Passata che fu la corruzione sociale di gran lunga oltre il mezzo e giunta, si può dire, al suo colmo, nel quale oggidí si trova e riposa; ed è, a quel che sembra, per riposar lungamente o in perpetuo, non fu e non è bisogno di molta né lunga esperienza né d’assai mali esempi per corrompere negl’individui la sempre buona natura ed indole primitiva; nascono, si può dire, gli uomini giá corrotti; il primitivo, e seco la virtú ed ogni sorta di bontá effettiva, è sparito quasi onninamente dal mondo; il giovane, anzi pure il fanciullo, in brevissimo tratto è maturo e vecchio di malizia, di frode, di malvagitá, e conosce il mondo assai piú che i vecchi stessi per lo passato non facevano ecc.
Quindi, per contrarie cagioni e con ben contrari effetti, son tornate le cose appresso a poco nel loro stato primiero. I giovani massimamente sono ben piú odiosi e dannosi de’ vecchi, perché in essi alla disposizione intera e alla decisa volontá di mal fare si aggiunge il potere e la facoltá; e l’ardor giovanile e la forza e l’impeto e il fiore delle passioni, che un di conduceva gli uomini al bene, ora, conducendoli dirittamente e pienamente e decisamente al male, rende gl’individui tanto piú cattivi, perniciosi ed odiabili, quanto esso ardore è piú grande. Laddove i vecchi sono, non dirò giá piú stimabili né venerabili, ma piú tollerabili, e meno da essere odiati e fuggiti che quelli dell’altre etá, siccome meno potenti di mal fare, benché a ciò solo inclinati; e siccome anche meno desiderosi di nuocere e di far bene a sé e male altrui, perché piú freddi e di piú sedate passioni, e dalla