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290 | operette morali |
premio del suo sacrifizio, e di piú senza potersene lagnare, se non altro fra sé, cosí altamente e generosamente come quelli che trovano ingratitudine. La qual frustrazione di speranza, dopo un sacrifizio, e forse anche uno sforzo fatto per conseguirla effettivamente, produce nell’uomo un senso disgustosissimo.
23 luglio 1820, Z. 183 (I, 258):
Noi supponiamo sempre negli altri una grande e straordinaria penetrazione per rilevare i nostri pregi, veri o immaginari che sieno, e profonditá di riflessione per considerarli, quando anche ricusiamo di riconoscere in loro queste qualitá rispetto a qualunque altra cosa.
Cap. IV.
3 decembre 1820, Z. 375 (I, 428):
Spesso gli uomini irresoluti, preso che hanno un partito, sono costantissimi nel mantenerlo, a fronte delle maggiori difficoltá, appunto per irresoluzione e perché non si sanno risolvere a lasciar quello e prenderne un altro; perché ciò par loro piú difficoltoso; perché si spaventano di tornare un’altra volta a risolvere. Forse questo effetto accade principalmente in quelli che sono irresoluti per infingardaggine, e che trovano piú infingardo e facile il proseguire che il tornare indietro. Ma è comune, s’io non erro, a tutti gl’irresoluti.
17 aprile 1824, Z. 4069 (VI, 447):
Le persone avvezze a versarsi sempre al di fuori esclamano naturalmente, anche quando sono solissime, se una mosca le punge, o si versa loro un vaso o si spezza; quelle assuefatte a convivere con se medesime e ritenersi tutte al di dentro, anche in grande compagnia, se si sentono cogliere da un accidente, non aprono bocca per lamentarsi e chiedere aiuto.
16 settembre 1823, Z. 3447-48 (V, 393):
Gli uomini straordinari, bene spesso e forse il piú delle volte, non son tali per grandezza assoluta di niuna loro qualitá, né anche per grandezza o forza ecc. di essa qualitá, considerata rispettivamente a quel ch’ella suol essere nel comune degli uomini;