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per la propria, e lo staccarnelo riuscirebbe penosissimo al supplicato. Molto piú se la gioia sia di quelle rare che occorrono nella vita pochissime volte, e che ci pongono quasi in uno stato di pazzia: sarebbe stolto il farsi avanti a quel tale, ed esponendogli con qualsivoglia eloquenza i propri bisogni e le proprie miserie, sperar di distòrlo dal pensiero che è padrone dell’animo suo, e che gli è sí caro; e quel ch’è piú, condurlo ad operare, o a risolvere efficacemente d’operare per un fine alieno da quel pensiero; al quale egli è cosí intento anche in udirvi, che appena vi ascolta; e se vi ascolta, cerca di abbreviare il discorso, di ridur tutto in compendio, per poi dimenticarlo affatto; ed ogni suo desiderio è rivolto al momento in cui avrete finito e lo lascerete pascere di quel pensiero che lo signoreggia, ed anche parlarvene e rivolgere immediatamente la conversazione sopra quel soggetto.

Udrai dire sovente che, per esser compatito o per interessare, giova indirizzarsi a chi abbia provato le stesse sventure o sia stato nella stessa tua condizione. Se intendono del passato, andrá bene. Ma non c’è uomo da cui tu possa sperar meno che da chi si ritrova presentemente nella stessa calamitá o nelle stesse circostanze tue. L’interesse ch’egli prova per sé soffoca tutto quello che potrebbe ispirargli il caso tuo. Ad ogni circostanza, ad ogni minuzia del tuo racconto, egli si rivolge sopra di sé, e le considera applicandole alla sua persona. Lo vedrai commosso, crederai che senta pietá di te, ma la sente di se stesso unicamente. T’interromperá ad ogni tratto con dirti: — Appunto, ancor io; — Oh, per l’appunto; — Se sapessi quello ch’io provo; — Questo è propriamente il caso mio.

Fa al proposito l’esempio d’Achille piangente i suoi mali, mentre ha Priamo a’ suoi ginocchi. Si proverá anche d’estenuare la tua miseria, il tuo bisogno, la ragionevolezza de’ tuoi desidèri, per ingrandire quello che lo riguarda: — Va bene, ma abbi pazienza; tu hai pure questo tal conforto; io all’opposto... e cosí discorrendo. Insomma sará sempre impossibile di rivolger l’interesse vivo e presente che uno ha per sé sopra i negozi altrui (parlo anche, serbata una certa proporzione, degli uomini di cuore e d’entusiasmo) e, quando l’uomo è occupato intieramente del suo dolore (o anche dalla sua gioia e di qualunque passion viva) indurlo ad interessarsi per quello d’un altro, massimamente se sia della stessa specie. Sará sempre impossibile attaccar l’egoismo cosí di fronte, quando anche da Iato è cosí difficile a spetrare.