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appendice 275


filosofo gran poeta, osserviamo: — Proprietá del vero poeta è la facoltá e la vena delle similitudini (Omero, δ ποιητής, n’è il piú grande e fecondo modello). L’animo in entusiasmo nel caldo della passione qualunque ecc. ecc. discopre vivissime somiglianze fra le cose. Un vigore, anche passeggero, del corpo, che influisca sullo spirito, gli fa vedere dei rapporti fra cose disparatissime, trovare dei paragoni, delle similitudini astrusissime e ingegnosissime (o nel serio o nello scherzoso) gli mostra delle relazioni a cui egli non aveva mai pensato, gli dá insomma una facilitá mirabile di ravvicinare e rassomigliare gli oggetti delle specie le piú distinte, come l’ideale col piú puro materiale, d’incorporare vivissimamente il pensiero il piú astratto, di ridur tutto ad immagini e crearne delle piú nuove e vive che si possa credere. Né ciò solo mediante espresse similitudini o paragoni, ma col mezzo di epiteti nuovissimi, di metafore arditissime, di parole contenenti esse sole una similitudine ecc. Tutte facoltá del gran poeta, e tutte contenute e derivanti dalla facoltá di scoprire i rapporti delle cose, anche i menomi e piú lontani, anche delle cose che paion le meno analoghe ecc. Or questo è tutto il filosofo: facoltá di scoprire e conoscere i rapporti, di legare insieme i particolari e di generalizzare.

E il 4 ottobre, Z. 1833 (III, 393):

Chi non ha o non ha mai avuto immaginazione sentimento, capacitá di entusiasmo, d’eroismo d’illusioni vive e grandi, di forti e varie passioni, chi non conosce l’immenso sistema del bello, chi non legge o non sente, o non ha mai letto o sentito i poeti non può assolutamente essere un grande vero e perfetto filosofo; anzi non sará mai se non un filosofo dimezzato, di corta vista, di colpo d’occhio assai debole, di penetrazione scarsa, per diligente, paziente e sottile e dialettico e matematico ch’ei possa essere; non conoscerá mai il vero, si persuaderá e proverá colla possibile evidenza cose falsissime ecc. ecc. Non giá perché il cuore e la fantasia dicano sovente piú vero della fredda ragione, come si afferma, nel che non entro a discorrere; ma perché la stessa freddissima ragione ha bisogno di conoscere tutte queste cose, se vuol penetrare nel sistema della natura e svilupparlo.

E vedi Della natura degli uomini e delle cose in Studi e frammenti filosofici;, e anche gli Studi e frammenti letterari passim.