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compiutamente, intimamente, distintamente e a parte a parte tutta la difficoltá dell’ottimo scrivere, che altri sappia giá ottimamente scrivere. E ciò per la stessa ragione per cui l’arte di bene scrivere, e il modo, e che cosa sia il bene scrivere non può essere compiutamente conosciuto e inteso se non da chi compiutamente possegga la detta arte, cioè sappia interamente metterla in opera. Sicché in un tempo medesimo e si conosce la difficoltá del perfetto scrivere, e s’impara il modo di vincerla e se n’acquista la facoltá. E solo colui che sa perfettamente scrivere ne comprende sino al fondo tutta la difficoltá, né altrimenti può mai bene scrivere, ancorch’ei giá sappia compiutamente farlo, che con grandissima difficoltá. Coloro che male scrivono stimano che il bene scrivere sia cosa facile, e scrivono al loro modo agevolmente, credendosi di scriver bene. E peggio e’ sogliono scrivere, piú facile stimano che sia lo scriver bene, e piú facilmente scrivono. Il considerare il bene scrivere per cosa molto difficile è certissimo segno di esser giá molto avanzato nel sapere scrivere, purché questo tale sia veramente ed intimamente persuaso della difficoltá ch’ei dice, e non lo affermi solo a parole e mosso da quello ch’ei ne intende dire, e dalla voce comune (perocché anche chi non sa scrivere dice che il bene scrivere è molto difficile; ma e’ nol dice per coscienza, né per prova, né con vera persuasione; e s’egli è uno di quelli che s’intrigano di scrivere e che presumono di saperlo fare, certo è ch’egli in veritá non crede che ciò sia difficile come comunemente si dice, e com’ei pur dice cogli altri). Per lo contrario lo stimare che il bene scrivere sia cosa facile o poco difficile, e il confidarsi di poterlo e saperlo agevolmente fare, o poterlo apprender con poco, è certo segno di non saper fare nulla e di esser sui principi nel possesso dell’arte, o molto indietro (cosí è generalmente di tutte le arti scienze ecc.). Da queste osservazioni si dèe raccogliere quanti possano esser quelli che perfettamente conoscano il pregio e stimino il travaglio, il sapere, l’arte e l’artifizio di una perfetta scrittura e di un perfetto scrittore.

7 settembre 1821, Z. 1650 (III, 287-8):

Quanto l’immaginazione contribuisca alla filosofia (ch’è pur sua nemica) e quanto sia vero che il gran poeta in diverse circostanze avria potuto essere un gran filosofo, promotore di quella ragione ch’è micidiale al genere da lui professato, e viceversa il