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II

VARIANTI

[Come nel primo volume, noterò qui una volta per tutte le mutazioni di grafia, che se hanno nel loro complesso un valore di stile — in quanto mostrare l’intendimento di cercare anche in questi menomi particolari una forma piú facile e piú «parlata» — sarebbe però ozioso e ingombrante ripetere caso per caso.

Ne compilò una prima tabella il Boulè, discepolo ed amico del De Sinner, per il raffronto della ed. di Milano, 1827, col primo volumetto dello Starita, Napoli, 1836. Il Piergili completò il lavoro su l’ed. del Ranieri, Firenze, 1845. Io ho tenuto presente anche la fiorentina del 1834: dove per alcune particolaritá — come le forme de’, a’, da’, ecc. invece di: dei, ai, dai, ecc., come l’uso proprio del codesto invece di questo, ecc. — si sentivan giá gli effetti della dimora del Leopardi in Toscana. Ma per le condizioni di salute, e sopratutto degli occhi, quella revisione fu un po’ sommaria.

Piú accurata, e direi piú radicale, fu quella di due anni dopo per l’ediz. definitiva delle Opere: ma s’arrestò al solo primo volumetto (fino a tutto il Parini) — che nella fretta, probabilmente stampato senza un’ultima correzione delle prove, uscì con un formicolaio di spropositi. Il Ranieri ne dovette seguire i criteri per l’ediz. sua; né era possibile fare altrimenti: e a queste stampe napoletane del 36 e alla Lemonnieriana del 45 si riferiscono i richiami.

M. indica l’ediz. milanese del 1827; F. la fiorentina del 1834; N. quella napoletana del 1836; R. quella del Ranieri; le altre del Chiarini e del Mestica sono indicate, le rare volte che occorre, senza abbreviature.


Gli articoli lo, la e i dimostrativi questo, questa, quello, quella; gl’indefiniti: uno, una, veruno, veruna, ciascuna nessuna, ecc. erano nella M. scritti intieri, e sono usati con l’elisione nella N. Per es.: questo effetto — quest’effetto; nessuna ingiuria — nessun’ingiuria; ecc.