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216 | operette morali |
allora metterò mano ai libri improvvisati. Amico mio, questo
secolo è un secolo di ragazzi, e i pochissimi uomini che rimangono,
si debbono andare a nascondere per vergogna, come
quello che camminava diritto in paese di zoppi. E questi buoni
ragazzi vogliono fare in ogni cosa quello che negli altri tempi
hanno fatto gli uomini, e farlo appunto da ragazzi, cosí ad un
tratto, senza altre fatiche preparatorie. Anzi vogliono che il
grado al quale è pervenuta la civiltá, e che l’indole del tempo
presente e futuro, assolvano essi e loro successori in perpetuo
da ogni necessitá di sudori e fatiche lunghe per divenire atti
alle cose. Mi diceva, pochi giorni sono, un mio amico, uomo
di maneggi e di faccende, che anche la mediocritá è divenuta
rarissima; quasi tutti sono inetti, quasi tutti insufficienti a quegli
uffici o a quegli esercizi a cui necessitá o fortuna o elezione
gli ha destinati. In ciò mi pare che consista in parte la
differenza ch’è da questo agli altri secoli. In tutti gli altri, come
in questo, il grande è stato rarissimo; ma negli altri la mediocritá
ha tenuto il campo; in questo la nullitá. Onde è tale il romore
e la confusione, volendo tutti esser tutto, che non si fa nessuna
attenzione ai pochi grandi che pure credo che vi sieno;
ai quali, nell’immensa moltitudine de’ concorrenti, non è piú
possibile di aprirsi una via. E cosí, mentre tutti gl’infimi si
credono illustri, l’oscuritá e la nullitá dell’esito diviene il fato
comune e degl’infimi e de’ sommi. Ma viva la statistica! vivano
le scienze economiche, morali e politiche, le enciclopedie portatili,
i manuali, e le tante belle creazioni del nostro secolo!
e viva sempre il secolo decimonono! forse povero di cose, ma
ricchissimo e larghissimo di parole: che sempre fu segno ottimo,
come sapete. E consoliamoci, che per altri sessantasei
anni, questo secolo sará il solo che parli, e dica le sue ragioni.
Amico. Voi parlate, a quanto pare, un poco ironico. Ma dovreste almeno all’ultimo ricordarvi che questo è un secolo di transizione.
Tristano. O che conchiudete voi da cotesto? Tutti i secoli, piú o meno, sono stati e saranno di transizione, perché la societá umana non istá mai ferma, né mai verrá secolo nel