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200 | operette morali |
procacciano. Ora, se è lecito all’uomo incivilito, e vivere contro
natura, e contro natura essere cosí misero; perché non gli sará
lecito morire contro natura? essendo che da questa infelicitá
nuova, che risulta a noi dall’alterazione dello stato, non ci
possiamo anco liberare altrimenti che con la morte. Che quanto
a ritornarci in quello stato primo, e alla vita disegnataci dalla
natura; questo non si potrebbe appena, e in nessun modo forse,
circa l’estrinseco; e per rispetto all’intrinseco, che è quello
che piú rileva, senza alcun dubbio sarebbe impossibile affatto.
Qual cosa è manco naturale della medicina? cosí di quella
che si esercita colla mano, come di quella che opera per via
di farmachi. Che l’una e l’altra, la piú parte, sì nelle operazioni
che fanno, e sì nelle materie, negli strumenti e nei modi
che usano, sono lontanissime dalla natura: e i bruti e gli uomini
selvaggi non le conoscono. Nondimeno, perocché ancora
i morbi ai quali esse intendono di rimediare, sono fuor di
natura e non hanno luogo se non per cagione della civiltá,
cioè della corruttela del nostro stato; perciò queste tali arti,
benché non sieno naturali, sono e si stimano opportune, e
anco necessarie. Così questo atto dell’uccidersi, il quale ci
libera dalla infelicitá recataci dalla corruzione, perché sia contrario
alla natura, non séguita che sia biasimevole: bisognando
a mali non naturali, rimedio non naturale. E saria pur duro
ed iniquo che la ragione, la quale per far noi piú miseri che
naturalmente non siamo, suol contrariare la natura nelle altre
cose; in questa si confederasse con lei, per tôrci quello estremo
scampo che ci rimane, quel solo che essa ragione insegna, e
costringerci a perseverare nella miseria.
La veritá è questa, Plotino. Quella natura primitiva degli uomini antichi, e delle genti selvagge e incolte, non è piú la natura nostra; ma l’assuefazione e la ragione hanno fatta in noi un’altra natura, la quale noi abbiamo ed avremo sempre in luogo di quella prima. Non era naturale all’uomo da principio il procacciarsi la morte volontariamente; ma né anco era naturale il desiderarla. Oggi e questa cosa e quella sono naturali: cioè conformi alla nostra natura nuova; la quale ten-