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il copernico 187


un imperatore: non mica di Costantinopoli o di Germania, ovvero della metá della Terra, come erano gl’imperatori romani, ma un imperatore dell’universo; un imperatore del sole, dei pianeti, di tutte le stelle visibili e non visibili; e causa finale delle stelle, dei pianeti, di Vostra Signoria illustrissima, e di tutte le cose. Ma ora se noi vogliamo che la Terra si parta da quel suo luogo di mezzo; se facciamo che ella corra, che ella si vòltoli, che ella si affanni di continuo, che eseguisca quel tanto, né piú né meno, che si è fatto di qui addietro degli altri globi; in fine, che ella divenga del numero dei pianeti; questo porterá seco che sua maestá terrestre, e le loro maestá umane, dovranno sgomberare il trono, e lasciar l’impero; restandosene però tuttavia co’ loro cenci, e colle loro miserie, che non sono poche.

Sole. Che vuol conchiudere in somma con cotesto discorso il mio don Niccola? Forse ha scrupolo di coscienza, che il fatto non sia un crimenlese?

Copernico. No, illustrissimo; perché né i codici, né il di gesto, né i libri che trattano del diritto pubblico, né del diritto dell’imperio, né di quel delle genti, o di quello della natura, non fanno menzione di questo crimenlese, che io mi ricordi. Ma voglio dire in sostanza, che il fatto nostro non sará cosí semplicemente materiale, come pare a prima vista che debba essere; e che gli effetti suoi non apparterranno alla física solamente; perché esso sconvolgerá i gradi delle dignitá delle cose, e l’ordine degli enti; scambierá i fini delle creature; e pertanto fará un grandissimo rivolgimento anche nella metafisica, anzi in tutto quel che tocca alla parte speculativa del sapere. E ne risulterá che gli uomini, se pur sapranno o vorranno discorrere sanamente, si troveranno essere tutt’altra roba da quello che sono stati fin qui, o che si hanno immaginato di essere.

Sole. Figliuol mio, coteste cose non mi fanno punto paura: che tanto rispetto io porto alla metafisica, quanto alla fisica, e quanto anche all’alchimia, o alla negromantica, se tu vuoi. E gli uomini si contenteranno di essere quello che sono: e