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il copernico 181


miglia, non veggono, e non possono reggere al freddo, senza la luce mia? E poi, se io debbo anco servir, come dire, di stufa o di focolare a questa famiglia umana, è ragionevole che, volendo la famiglia scaldarsi, venga essa intorno del focolare, e non che il focolare vada dintorno alla casa. Per questo, se alla Terra fa di bisogno della presenza mia, cammini ella e adoprisi per averla: che io per me non ho bisogno di cosa alcuna dalla Terra, perché io cerchi di lei.

Ora prima. Vostra Eccellenza vuol dire, se io intendo bene, che quello che per lo passato ha fatto ella, ora faccia la Terra.

Sole. Si: ora, e per l’innanzi sempre.

Ora prima. Certo che Vostra Eccellenza ha buona ragione in questo: oltre che ella può fare di sé a suo modo. Ma pure contuttociò, si degni, Eccellenza, di considerare quante cose belle è necessario che sieno mandate a male, volendo stabilire questo nuovo ordine. Il giorno non avrá piú il suo bel carro dorato, co’ suoi bei cavalli, che si lavavano alla marina: e per lasciare le altre particolaritá, noi altre povere Ore non avremo più luogo in cielo, e di fanciulle celesti diventeremo terrene; se però, come io aspetto, non ci risolveremo piuttosto in fumo. Ma sia di questa parte come si voglia: il punto sará persuadere alla Terra di andare attorno; che ha da essere difficile pure assai: perch’ella non ci è usata; e le dèe parere strano di aver poi sempre a correre e affaticarsi tanto, non avendo mai dato un crollo da quel suo luogo insino a ora. E se Vostra Eccellenza adesso, per quel che pare, comincia a porgere un poco di orecchio alla pigrizia, io odo che la Terra non sia mica piú inclinata alla fatica oggi che in altri tempi.

Sole. Il bisogno, in questa cosa, la pungerá, e la fará balzare e correre quanto convenga. Ma in ogni modo, qui la via piú spedita e la piú sicura è di trovare un poeta ovvero un filosofo che persuada alla Terra di muoversi, o che quando altrimenti non la possa indurre, la faccia andar via per forza. Perché finalmente il piú di questa faccenda è in mano dei filosofi e dei poeti; anzi essi ci possono quasi il tutto. I poeti