congettura e piú di un pronostico, fatto da me innanzi che ci
ponessimo in mare, circa a diverse cose che ci sarebbero occorse,
credeva io, nel viaggio. Però vengo discorrendo, che
come questi pronostici mi hanno ingannato, con tutto che mi
paressero quasi certi; cosí potrebbe essere che mi riuscisse
anche vana la congettura principale, cioè dell’avere a trovar
terra di lá dall’Oceano. Bene è vero che ella ha fondamenti
tali, che se pure è falsa, mi parrebbe da un canto che non si
potesse aver fede a nessun giudizio umano, eccetto che esso
non consista del tutto in cose che si veggano presentemente
e si tocchino. Ma da altro canto, considero che la pratica si
discorda spesso, anzi il piú delle volte, dalla speculazione: e
anche dico fra me: che puoi tu sapere che ciascuna parte del
mondo si rassomigli alle altre, in modo che essendo l’emisfero
d’oriente occupato parte dalla terra e parte dall’acqua, seguiti
che anche l’occidentale debba essere diviso tra questa e quella?
che puoi sapere che non sia tutto occupato da un mare unico
e immenso? o che in vece di terra, o anco di terra e d’acqua,
non contenga qualche altro elemento? Dato che abbia terre e
mari come l’altro, non potrebbe essere che fosse inabitato? anzi
inabitabile? Facciamo che non sia meno abitato del nostro: che
certezza hai tu che vi abbia creature razionali, come in questo?
e quando pure ve ne abbia, come ti assicuri che sieno uomini,
e non qualche altro genere di animali intellettivi? ed, essendo
uomini, che non sieno differentissimi da quelli che tu conosci?
ponghiamo caso, molto maggiori di corpo, piú gagliardi, piú
destri; dotati naturalmente di molto maggiore ingegno e spirito;
anche, assai meglio inciviliti, e ricchi di molta piú scienza
ed arte? Queste cose vengo pensando fra me stesso. E per
veritá, la natura si vede essere fornita di tanta potenza, e gli
effetti di quella essere cosí vari e moltiplici, che non solamente
non si può fare giudizio certo di quel che ella abbia operato
ed operi in parti lontanissime e del tutto incognite al mondo
nostro, ma possiamo anche dubitare che uno s’inganni di gran
lunga argomentando da questo a quelle; e non sarebbe contrario
alla verisimilitudine l’immaginare che le cose del mondo