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detti memorabili di f. ottonieri - cap vi 141


universalmente, avendo rispetto agli errori naturali dell’uomo, quello che del fanciullo ridotto ingannevolmente a prendere la medicina, dice il Tasso: «e dall’inganno suo vita riceve».—

Nei Paradossi di Cicerone48 essendogli letto un luogo, che in volgare si ridurrebbe come segue: «forse le voluttá fanno la persona migliore o piú lodevole? e hacci per avventura alcuno che del goderle si magnifichi o pavoneggi?» disse: — Caro Cicerone, che i moderni divengano per la voluttá o migliori o piú lodevoli, non ardisco dire; ma piú lodati, si bene. Anzi hai da sapere che oggi questo solo cammino di lode si propongono e seguono quasi tutti i giovani; cioè quello che mena per le voluttá. Delle quali non pure si vantano, ottenendole, e ne fanno infinite novelle cogli amici e cogli strani, con chi vuole e con chi non vorrebbe udire; ma oltre di ciò, moltissime ne appetiscono e ne procacciano, non come voluttá, ma come cagione di lode e di fama, e come materia da gloriarsi; moltissime eziandio se ne attribuiscono o non ottenute, o anco pure non cercate, o finte del tutto. —

Notava nell’istoria che scrisse Arriano delle imprese di Alessandro Magno49, che alla giornata dell’Isso, Dario collocò i soldati mercenari greci nella fronte dell’esercito, e Alessandro i suoi mercenari pur greci alle spalle; e stimava che da questa circostanza sola senza piú, si fosse potuto antivedere il successo della battaglia.

Non riprendeva, anzi lodava ed amava che gli scrittori ragionassero molto di se medesimi: perché diceva che in questo, sono quasi sempre e quasi tutti eloquenti, e hanno per l’ordinario lo stile buono e convenevole, eziandio contro il consueto o del tempo, o della nazione, o proprio loro. E ciò non essere maraviglia; poiché quelli che scrivono delle cose proprie, hanno l’animo fortemente preso e occupato dalla materia; non mancano mai né di pensieri né di affetti nati da essa materia e nell’animo loro stesso, non trasportati di altri luoghi, né bevuti da altre fonti, né comuni e triti; e con facilitá si astengono dagli ornamenti frivoli in sé, o che non fanno a proposito, dalle grazie e dalle bellezze false, o che