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detti memorabili di f. ottonieri - cap vi 139


quello di occupare la vita: il quale è maggiore assai di tutti i bisogni particolari ai quali, occupandola, si provvede; e maggiore eziandio che il bisogno di vivere. Anzi il vivere, per se stesso, non è bisogno; perché, disgiunto dalla felicitá, non è bene. Dove che, posta la vita, è sommo e primo bisogno il condurla con minore infelicitá che si possa. Ora dall’una parte, la vita disoccupata o vacua è infelicissima. Dall’altra parte, il modo di occupazione col quale la vita si fa manco infelice che con alcun altro, si è quello che consiste nel provvedere ai propri bisogni.

Diceva che il costume di vendere e comperare uomini, era cosa utile al genere umano, e allegava che l’uso dell’innestare il vaiuolo venne in Costantinopoli, donde passò in Inghilterra, e di lá nelle altre parti d’Europa, dalla Circassia; dove la infermitá del vaiuolo naturale, pregiudicando alla vita o alle forme dei fanciulli e dei giovani, danneggiava molto il mercato che fanno quei popoli delle loro donzelle.

Narrava di se medesimo che, quando prima usci delle scuole ed entrò nel mondo, propose, come giovanetto inesperto e amico della veritá, di non voler mai lodare né persona né cosa che gli occorresse nel commercio degli uomini, se non se qualora ella fosse tale che gli paresse veramente lodevole. Ma che passato un anno, nel quale, mantenendo il proposito fatto, non gli venne lodata né cosa né persona alcuna; temendo non si dimenticare al tutto, per mancamento di esercizio, quello che nella rettorica non molto prima aveva imparato circa il genere encomiastico o lodativo, ruppe il proposito; e indi a poco se ne rimosse totalmente.

Capitolo Sesto.

Usava di farsi leggere quando un libro quando un altro, per lo piú di scrittore antico; e interponeva alla lettura qualche suo detto, e quasi annotazioncella a voce, sopra questo o quel passo, di mano in mano. Udendo leggere nelle Vite dei filosofi scritte da Diogene Laerzio44, che interrogato Chilone in che