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detti memorabili di f. ottonieri - cap i | 123 |
veritá non avea di Socrate altro che il parlare talvolta ironico
e dissimulato. E cercando l’origine della famosa ironia socratica.
diceva: — Socrate nato con animo assai gentile, e però con
disposizione grandissima ad amare; ma sciagurato oltre modo
nella forma del corpo; verisimilmente fino nella giovinezza disperò
di potere essere amato con altro amore che quello dell’amicizia,
poco atto a soddisfare un cuore delicato e fervido,
che spesso senta verso gli altri un affetto molto piú dolce. Da
altra parte, con tutto che egli abbondasse di quel coraggio che
nasce dalla ragione, non pare che fosse fornito bastantemente
di quello che viene dalla natura, né delle altre qualitá che in
quei tempi di guerre e di sedizioni, e in quella tanta licenza
degli Ateniesi, erano necessarie a trattare nella sua patria i
negozi pubblici. Al che la sua forma ingrata e ridicola gli sarebbe
anche stata di non piccolo pregiudizio appresso a un
popolo che, eziandio nella lingua, faceva pochissima differenza
dal buono al bello, e oltre di ciò deditissimo a motteggiare.
Dunque in una cittá libera, e piena di strepito, di passioni,
di negozi, di passatempi, di ricchezze e di altre fortune, Socrate
povero, rifiutato dall’amore, poco atto ai maneggi pubblici;
e nondimeno dotato di un ingegno grandissimo che,
aggiunto a condizioni tali, doveva accrescere fuor di modo
ogni loro molestia, si pose per ozio a ragionare sottilmente
delle azioni, dei costumi e delle qualitá de’ suoi cittadini: nel
che gli venne usata una certa ironia; come naturalmente doveva
accadere a chi si trovava impedito di aver parte, per
dir cosí nella vita. Ma la mansuetudine e la magnanimitá della
sua natura, ed anche la celebritá che egli si venne guadagnando
con questi medesimi ragionamenti, e dalla quale dovette essergli
consolato in qualche parte l’amor proprio, fecero che questa
ironia non fu sdegnosa ed acerba, ma riposata e dolce.
Così la filosofia, per la prima volta, secondo il famoso detto di Cicerone, fatta scendere dal cielo, fu introdotta da Socrate nelle cittá e nelle case; e rimossa dalla speculazione delle cose occulte, nella quale era stata occupata insino a quel tempo, fu rivolta a considerare i costumi e la vita degli uomini, e a