Pagina:Leopardi, Giacomo – Canti, 1938 – BEIC 1857225.djvu/49



X

IL PRIMO AMORE

     Tornami a mente il dí che la battaglia
d’amor sentii la prima volta, e dissi:
oimè, se quest’è amor, com’ei travaglia!
     Che gli occhi al suol tuttora intenti e fissi,
5io mirava colei ch’a questo core
primiera il varco ed innocente aprissi.
     Ahi come mal mi governasti, amore!
Perché seco dovea sí dolce affetto
recar tanto desio, tanto dolore?
     10e non sereno, e non intero e schietto,
anzi pien di travaglio e di lamento
al cor mi discendea tanto diletto?
     Dimmi, tenero core, or che spavento,
che angoscia era la tua fra quel pensiero
15presso al qual t’era noia ogni contento?
     quel pensier che nel dí, che lusinghiero
ti si offeriva nella notte, quando
tutto queto parea nell’emisfero:
     tu inquieto, e felice e miserando,
20m’affaticavi in su le piume il fianco,
ad ogni or fortemente palpitando.
     E dove io tristo ed affannato e stanco
gli occhi al sonno chiudea, come per febre
rotto e deliro il sonno venia manco.