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nota 271

Alla luna (col titolo La ricordanza), L’infinito, Lo spavento notturno (poi relegato fra i frammenti), La sera del dí di festa (allora intitolata La sera del giorno festivo), Il sogno (certo posteriore al 3 dicembre 1820), La vita solitaria. Ma, d’altra parte, qualcuno potrebbe anche sostenere, non senza una certa verosimiglianza, che i vv. 23-38 della Vita solitaria sono un primo abbozzo dell’Infinito, e perciò lo precedono nel tempo, anziché essere posteriori di due anni. Naturalmente, l’approssimazione delle congetture è diversa non solo da una poesia all’altra, ma dall’uno all’altro periodo. Si può fissare solo un terminus ante quem, con cui non si presume di soddisfare la curiositá di nessuno, per i canti che si ritengono composti a Napoli; e di altri, legati all’amore per la Targioni-Tozzetti si può circoscrivere la data nei limiti d’un biennio. Sulle versioni da Simonide (XL e XLI) la testimonianza piú antica è del 7 dicembre 1827, in una lettera del Leopardi al fratello Carlo; e forse è preferibile raccoglierla, pur sapendo quasi con sicurezza che quei frammenti risalgono ad alcuni anni prima.

Una congettura nuova è contenuta tuttavia anche in queste Notizie compilate con tanta cautela. Riguarda Il passero solitario, che il Mestica riteneva composto nel 1829, probabilmente nel mese di giugno, e il Moroncini era incerto se attribuire alla primavera di quell’anno o del successivo1. Giá qualcuno aveva obiettato che, se nel 1831 Il passero solitario fosse stato scritto, il Leopardi l’avrebbe incluso nell’edizione Piatti; ma non era, questo, un argomento sufficiente per coloro i quali ritengono che di Recanati e della primavera si possa parlare solo a Recanati e in primavera. Chi però è libero da certe pastoie vorrá tener conto di testimonianze, che finora sembrano essere state trascurate. Il 1° giugno 1832 Luigi de Sinner scriveva da Parigi al Leopardi: «A propos, Poerio, que je ne vois plus depuis longtemps, me disait que vous aviez encore gardé dans vos cartons un morceau de poésie superbe. Ne pourriez-vous pas me le communiquer en manuscrit? J’en ferai bon usage, soit ici, soit en Allemagne2. Rispose il Leopardi, a volta di corriere, il 21 giugno: «La poesia di cui vi parlò Poerio, e ch’io stava componendo



  1. Opere approvate, p. 8; Moroncini, p. 710.
  2. Bresciano, p. 126.