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nota 267

Versi egli poi non fece mai piú parola, e per I nuovi credenti gravi dubbi sembrarono assalirlo, non appena la probabilitá di un’edizione Le Monnier si fece maggiore. Giá il 30 novembre di quell’anno scriveva infatti al Giordani: «... resta due canti, cioè Il Tramonto della luna e La Ginestra, e un capitoletto, il quale essendomi indiritto e rompendo piú d’una lancia addosso a piú d’un cavaliere, consulterò a suo tempo V. S. se stamparlo...»1. Nella corrispondenza col Le Monnier, poi, s’affermava sempre piú il desiderio del Ranieri di attenersi strettamente «al vero intendimento del defunto»2; e quando, nel gennaio 1844, l’editore ebbe i materiali che dovevano servire alla stampa, non trovò in mezzo ad essi il manoscritto dei Nuovi credenti. Era naturale che il Le Monnier domandasse, un giorno, come mai i tre canti inediti s’erano ridotti a due: il Ranieri s’era forse sbagliato nello scrivere? Questi rispose, il 20 giugno 1844: «...non errai quando scrissi della poesia, oltre alla Ginestra e al Tramonto della luna vi era ne’ Mss. una satiretta ove si nominano alcuni viventi. Il defunto, morendo, desiderò che non si stampasse. Io, nel primo caldo, avevo risoluto il contrario. Poi, pensai ch’era mal fatto; e quando, tre mesi dopo la lettera che V. S. dice di aver sottocchi, le mandai i Mss., tolsi quella satiretta»3. Il «primo caldo» era quello dell’entusiasmo per la possibilitá di pubblicare le opere del Leopardi a Firenze: il 28 giugno 1837, s’è veduto, i canti «inediti e piú che bellissimi» erano due. Le testimonianze si confermano tutte a vicenda: il Leopardi non volle che I nuovi credenti fossero pubblicati, e il Ranieri stesso non ci pensò mai sul serio, anche per non suscitare un vespaio a Napoli. Luigi de Sinner, che nell’edizione Le Monnier preferiva vedere le Annotazioni (secondo un suo vecchio desiderio) piuttosto che la Palinodia o i Paralipomeni4, si sentí rispondere lui pure, come gli altri, che una sola



  1. Bresciano, p. 288. Gli editori non conoscono il destinatario di questa lettera, che ritengono del 1844; eppure hanno pubblicato a p. 278 la lettera del Giordani, in data 25 ottobre 1843, a cui questa risponde. Il Giordani riscrisse poi al Ranieri il 12 dicembre, ed è la lettera stampata dal Bresciano a p. 238 fra quelle del 1837.
  2. Lettera al Le Monnier dell’11 dicembre. Serban, p. 56.
  3. Serban, p. 71.
  4. Maria Zezon, Contributo alla storia dell’edizione leopardiana del 1845, in «Rassegna Nazionale», vol. XXXIX (1922), p. 34 (lettera di Luigi de Sinner al Ranieri in data 15 aprile 1844).