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dopo burrascose vicende che i carteggi pubblicati dal Luiso e dal Serban documentano assai bene. Nel primo dei due volumi delle Opere | di | Giacomo Leopardi | Edizione accresciuta, ordinata e corretta, | secondo l’ultimo intendimento dell’autore, | da | Antonio Ranieri. | Firenze, | Felice Le Monnier. | 1845, i Canti, che comprendevano le pp. 5-138, piú tre pagine di note, erano riprodotti, con sviste in genere piú numerose che gravi, secondo una copia dell’edizione Starita, su cui il Ranieri aveva riportate le correzioni (quasi tutte autografe) e inserite le aggiunte dell’esemplare preparato dal Leopardi in vista dell’«edizione Baudry». Notevole era sopratutto la pubblicazione di due canti inediti, Il tramonto della luna e La ginestra | o | il fiore del deserto, che, messi subito dopo la Palinodia, assumevano rispettivamente i nn. XXXIII e XXXIV.
L’edizione curata dal Ranieri tenne il campo incontrastatamente per oltre quarant’anni: solo qualche lieve mutamento d’interpunzione fu proposto, per pure ragioni sintattiche. Poi venne il desiderio di risalire ai manoscritti; e il Mestica, per la sua edizione Diamante del 1886 (Firenze, Barbèra), studiò l’esemplare della Starita corretto di mano del Ranieri, ch’era rimasto nell’archivio della casa Le Monnier, credendo di trovarsi dinanzi a un originale. Quando furono rese accessibili agli studiosi le «carte napoletane» (eredità Ranieri), vi si rinvenne un altro esemplare corretto dell’edizione Starita: già dall’inventario notarile si sapeva che vi erano cucite dentro «alcune pagine manoscritte, contenenti un foglietto di quattro pagine autografe del Leopardi, e dieci foglietti contenenti la Ginestra e la Imitazione di carattere del Ranieri»1; ma si vide allora che anche le correzioni ai canti stampati erano quasi tutte del Leopardi. Il Mestica conobbe quest’esemplare, e certo se ne serví, mentre preparava per la stampa le Opere di Giacomo Leopardi da lui approvate; non sembra, però, che stabilisse con sicurezza in che relazione stiano fra loro le due copie corrette, delle quali quella servita per l’edizione Ranieri del 1845 dal Le Monnier era stata solennemente donata alla Biblioteca leopardiana municipale di Recanati. Comunque, la nuova edizione del Mestica uscí postuma (Firenze, Succ. Le Monnier, 1906), e senza corredo critico, sicché anche i criteri con cui era
- ↑ Piergili, p. 329.