Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
194 | appendice |
cessarie, che non sieno registrate nel Vocabolario, né protette dall’Autoritá degli antichi.
III, 14. | E di nervi e di polpe |
[v. 44] | scemo il valor natio. |
L’aggettivo «scemo» negli esempi che la Crusca ne riferisce, è detto assolutamente, e non regge caso. Dunque segnerai nel margine del tuo Vocabolario questi altri quattro esempi: l’uno ch’è dell’Ariosto1, e dice cosí: «Festi, barbar crudel, del capo scemo Il piú ardito garzon che di sua etade», con quello che segue. L’altro del Casa2: «E ’mpoverita e scema Del suo pregio sovran la terra lássa». Il terzo dello Speroni nel Dialogo delle Lingue3: «La quale scema di vigor naturale, non avendo virtú di fare del cibo sangue onde viva il suo corpo, quello in flemma converte». L’ultimo dello stesso nell’Orazione contro le Cortigiane4: «Che scema essendo di questa parte, sarebbe tronca e imperfetta».
Canzone Quinta
[A un vincitore nel pallone]
IV, 4. | E pochi Soli |
[v. 43] | andranno forse. |
Cioè pochi anni. «Sole» detto poeticamente per «anno» vedilo nel Vocabolario. E si dice tanto bene quanto chi dice «luna» in cambio di «mese».
V, 5. | Nostra colpa e fatal. |
[v. 57] |
Cioè colpa nostra e del fato. Oggi s’usa comunemente in Italia di scrivere e dir «fatale» per «dannoso» o «funesto» alla ma-