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cessarie, che non sieno registrate nel Vocabolario, né protette dall’Autoritá degli antichi.

III, 14. E di nervi e di polpe
[v. 44] scemo il valor natio.

L’aggettivo «scemo» negli esempi che la Crusca ne riferisce, è detto assolutamente, e non regge caso. Dunque segnerai nel margine del tuo Vocabolario questi altri quattro esempi: l’uno ch’è dell’Ariosto1, e dice cosí: «Festi, barbar crudel, del capo scemo Il piú ardito garzon che di sua etade», con quello che segue. L’altro del Casa2: «E ’mpoverita e scema Del suo pregio sovran la terra lássa». Il terzo dello Speroni nel Dialogo delle Lingue3: «La quale scema di vigor naturale, non avendo virtú di fare del cibo sangue onde viva il suo corpo, quello in flemma converte». L’ultimo dello stesso nell’Orazione contro le Cortigiane4: «Che scema essendo di questa parte, sarebbe tronca e imperfetta».

Canzone Quinta

[A un vincitore nel pallone]

IV, 4. E pochi Soli
[v. 43] andranno forse.

Cioè pochi anni. «Sole» detto poeticamente per «anno» vedilo nel Vocabolario. E si dice tanto bene quanto chi dice «luna» in cambio di «mese».

V, 5. Nostra colpa e fatal.
[v. 57]

Cioè colpa nostra e del fato. Oggi s’usa comunemente in Italia di scrivere e dir «fatale» per «dannoso» o «funesto» alla ma-

  1. Fur., c. xxxvi, st. 9.
  2. Son. xxxvi.
  3. Dialoghi dello Sper., Ven. 1596, p. 102.
  4. Par. II Orazioni dello Sper., Ven. 1596, p. 201.