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dediche, notizie, annotazioni 191

giornare; e Mimnermo, poeta greco antichissimo, pone il letto del sole in un luogo della Colchide. Stesicoro1, Antimaco2, Eschilo3, ed esso Mimnermo4 piú distintamente che gli altri dice anche questo, che il sole dopo calato si pone a giacere in un letto concavo a uso di navicella, tutto d’oro, e cosí dormendo naviga per l’Oceano da ponente a levante. Pitea marsigliese, allegato da Gemino5 e da Cosma egiziano6, racconta di non so quali Barbari che mostrarono a esso Pitea la stanza dove il sole, secondo loro, s’adagiava a dormire. E il Petrarca s’avvicinò a queste tali opinioni volgari in quei versi7: «Quando vede ’l pastor calare i raggi Del gran pianeta al nido ov’egli alberga». Siccome in questi altri8 seguí la sentenza di quei filosofi che per via di raziocinio e di congettura indovinavano gli antipodi: «Nella stagion che ’l ciel rapido inchina Verso occidente, e che ’l dí nostro vola A gente che di lá forse l’aspetta». Dove quel «forse», che oggi non si potrebbe dire, è notabilissimo e poetichissimo, perocché lasciava libero all’immaginazione di figurarsi a suo modo9 quella gente sconosciuta, o d’averla in tutto per favolosa; dal che si dee credere che, leggendo questi versi, nascessero di quelle concezioni vaghe e indeterminate che sono effetto principalissimo10 delle bellezze poetiche, anzi di tutte le maggiori bellezze del mondo. Ma, come ho detto, non mi voglio allargare in queste materie.

IX, 23. Al tardo onore
[v. 132] non sorser gli occhi tuoi; mercé, non danno,
l’estrema ora ti fu. Morte domanda
chi nostro mal conobbe, e non ghirlanda.

S’ha rispetto alla congiuntura della morte del Tasso accaduta quando si disponeva d’incoronarlo in Campidoglio.



  1. Ap. Athenaeum, l. xi, c. xxxviii. Ed. Schveighaeuser, tom. iv, p. 237.
  2. Ap. eum., loc. cit; p. 238.
  3. Heliad., ap. eumd., l. c.
  4. Nannone, ap. eumd., loc. cit., cap. xxxix, p. 239.
  5. Elem. Astron., cap. v, in Petav. Uranolog., Antuerp. [Amstel.] 1703, p. 13.
  6. Topogr. christian., l. ii. Ed. Montfauc., p. 149.
  7. Canz. «Nella stagion che ’l ciel rapido inchina», st. 3.
  8. St. 1.
  9. [Nell’ediz. Nobili: «a modo suo».]
  10. [Nell’ediz. Nobili segue: «ed essenzialissimo».]