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dediche, notizie, annotazioni 183

infrascritti convengono a questo proposito, i quali sono del Guidi1. «Vedrai come il mio spirto ivi comparte Ordini e moti, e come inspira e volve Questa grande armonia che ’l mondo regge». E il Guidi fu annoverato dagli Accademici Fiorentini l’anno 1786 fra gli scrittori che sono o si debbono stimare autentici nella lingua.

VIII, 14. Qui l’ira al cor, qui la pietate abbonda.
[v. 133]

Il Sannazzaro nell’egloga sesta dell’Arcadia2: «E per l’ira sfogar ch’al core abbondami». Non credere ch’io vada imitando appostatamente, o che facendolo, me ne pregiassi e te ne volessi avvertire. Ma quest’esempio lo reco per quelli che dubitassero, e dubitando affermassero, com’è l’uso moderno in queste materie, che «abbondare» col terzo caso, nel modo che lo dico io, fosse detto fuor di regola. E so bene anche questo, che fra gl’Italiani è lode quello che fra gli altri è biasimo, anzi per l’ordinario (e singolarmente nelle lettere) si fa molta piú stima delle cose imitate che delle trovate. In somma negli scrittori si ricerca la facoltá della memoria massimamente; e chi piú n’ha e piú n’adopera, beato lui. Ma contuttociò, se paresse a qualcuno ch’io non l’abbia adoperata quanto si richiedeva, non voglio che le Annotazioni o la fagiolata che sto facendo mi levi nessuna parte di questo carico. Circa il resto poi, la voce «abbondare» importa di natura sua quasi lo stesso che «traboccare», o in latino «exundare»; secondo il quale intendimento è presa in questo luogo della Canzone, e famigliare ai Latini del buon tempo, e usata dal Boccaccio nell’ultimo de’ testi portati dal Vocabolario sotto la voce «abbondante».

X, 16. Al cui supremo danno
[v. 169] il vostro solo è tal che rassomigli.

Io credo che se una cosa può «somigliare a» un’altra, «le» debba potere anche «rassomigliare», e parimente «assomigliarle»



  1. Endim., At. v, scena 2, v. 35.
  2. V. 19.