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116 | canti |
furo alcun tempo: or fango
ed ossa sei: la vista
vituperosa e trista un sasso asconde.
20Cosí riduce il fato
qual sembianza fra noi parve piú viva
immagine del ciel. Misterio eterno
dell’esser nostro. Oggi d’eccelsi, immensi
pensieri e sensi inenarrabil fonte,
25beltá grandeggia, e pare,
quale splendor vibrato
da natura immortal su queste arene,
di sovrumani fati,
di fortunati regni e d’aurei mondi
30segno e sicura spene
dare al mortale stato:
diman, per lieve forza,
sozzo a vedere, abominoso, abbietto
divien quel che fu dianzi
35quasi angelico aspetto,
e dalle menti insieme
quel che da lui moveva
ammirabil concetto, si dilegua.
Desiderii infiniti
40e visioni altere
crea nel vago pensiere,
per natural virtú, dotto concento;
onde per mar delizioso, arcano
erra lo spirto umano,
45quasi come a diporto
ardito notator per l’Oceano:
ma se un discorde accento
fere l’orecchio, in nulla
torna quel paradiso in un momento.