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volte nel corso di parecchi anni degnossi di gradire i nostri lavori, e di animarli co’ modi i più lusinghieri, così ora pure ci rispose col seguente amorevolissimo foglio1

PIUS PP. VIII.

Dilecte Fili salutem et Apostolicam Benedictionem.

„Laeti excepimus gratulationem tuam, nostramque idcirco erga Te constantem voluntatem significare approperamus. Obversantur quidem ob oculos perutilia tua in Catholicae rei utilitates studia, eaque ut in tantum finem

  1. Siamo ben alieni dal volere parlar di noi, ma trattandosi di suffragi, che vengono dalla voce stessa del Sommo Pontefice, ci crediamo anzi obbligati di farli conoscere e per mostrare la sommessione nostra intima e fedelissima a quanto viene dalla S. Sede, e per protestare in faccia al mondo l’ortodossìa de’ nostri sentimenti. Sin dal principio di queste Memorie, che uscirono nel 1822 ricevemmo suffragi ed incoraggiamenti dalla santa memoria di Pio VII. e così degnossi di scrivercene il chiarissimo Monsignor Testa. „Io sono nella fermissima opinione che il Giornale incominciato recherà un grandissimo vantaggio al publico... Ne ho parlato al S. Padre, il quale s’è compiaciuto assai della bravura, con la quale si guerreggiano costì le guerre del Signore. Perseveranza, perseveranza. L’uomo inimico cercherà di spargere la zizania sopra un campo così fruttuoso, ma i cultori di esso sventeranno i suoi tentativi. Non si deponga dunque la mano dall’aratro, e si raccoglierà un’abbondante messe di gloria e di meriti„ (Lettera del 13 Aprile 1822). E poco prima che mancasse di vita un tanto Papa, il suddetto Prelato scrivea. „Ho trattenuto una sera il S. Padre coll’esporgli in succinto il contenuto nel detto fascicolo (era l’ottavo), e Sua Santità mi ascoltò con attenzione e compiacenza„ (Lettera del 21 Giugno 1823). Il Successore di Pio VII. ci diresse un preziosissimo Breve il 3 Agosto 1825, che venne riprodotto e accompagnato da un articolo esteso e ben lusinghiero nel Giornale ecclesiastico, che allora publicavasi in Roma (T. III. p. 131 e seg. 1825). Pio VIII. poi non aspettò a commendare questa nostra impresa col Breve riferito sopra, ma sin dal 1822, e al ricevere di mano in mano i successivi fascicoli ci onorò con lettere amorevolissime di approvazione e d’incoraggiamento, che per essere soverchiamente gentili, e lusinghiere, qui non riportiamo, contenti di asserire, che non ci mancò mai quel suffragio, che solo da noi si cerca, e di cui sarem sempre superbi.