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a essi sensi, come dell’assenzia1 di Dio e dell’anima e simili, per le quali sempre si disputa e contende, e veramente accade che sempre, dove manca la ragione, suplisse le grida, la qual cosa non accade nelle cose certe.

Per questo che dove si grida non è vera scienzia, perchè la verità ha un sol termine, il quale essendo publicato, il letigio resta in eterno distrutto, e s’esso litigio resurge, è bugiara e confusa scienzia, e non certezza rinata.

Ma le vere scienzie sono quelle che la sperienzia ha fatto penetrare per li sensi e posto silenzio alla lingua de’ litiganti, e che non pasce di sogno li suoi investigatori, ma sempre sopra li primi veri e noti principi, procede successivamente e con vere seguenzie insino al fine, come si dinota nelle prime matematiche, cioè numero e misura, detta aritmetica e geometria, che trattano con somma verità della quantità discontinua e continua. Qui non si arguirà2 che due tre facciano più o men che sei, nè che un triangolo abbia li suoi angoli minori di due angoli retti, ma con eterno silenzio resta distrutta ogni arguizione e con pace sono fruite dalli loro devoti, il che far non possono le bugiarde scienzie mentali. E se tu dirai tali scienzie vere e note essere di spezie di meccaniche, imperochè non si possono finire se non manualmente, io dirò il medesimo di tutte le arti che passano per le mani degli scrittore, le quali sono di spezie di disegno,

  1. Essenza.
  2. Disputerà.