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alle altre trascrizioni di note vinciane, e neppure da un nuovo tentativo di conformare, per quanto era possibile, le trascrizioni derivanti da norme diverse (Proemio, p. 29-30), ma è la precisa lezione confusa, incerta per mancanza di norme direttive, data dal Solmi nei Frammenti.
D’alcuni madornali inesattezze e errori il Beltrami s’è accorto, come, per esempio, nel passo celebre sull’anatomia, in cui il Vinci enumera gli ostacoli che facilmente s’oppongono a tale studio, correggendo: «morti squadrati» in: «morti squartati» ; ma — purtroppo — su troppi passi guasti dal Solmi il nuovo raccoglitore ha sorvolato, non avvedendosi degli strafalcioni e facendoli suoi. M’accontento di pochi esempi, ma tali da provare a esuberanza il mio asserto. Essi non richiedono commento, o, per dir meglio, commento bastevole sarà il testo vinciano esatto che pongo loro a fronte.
.... trovavansi sotto terra e sotto li profondi cavamenti de’ lastroni, li legnami delle travi lavorati, fatti già neri, li quali furon trovati a mio tempo in quel di Castel Fiorentino, e questi, in tal loco profondo v’erano prima che la litta, gittata dall’Arno nel mare, che quivi copriva, fusse abbandonata in tant’altezza, e che le pianure del Casentino fussin tanto abbassate dal terren che hanno al continuo di lì sgomberato. | Truovasi sotto terra e sotto li profondi cavamenti de’ lastroni, li legniami delle travi lavorati, fatti già neri, li quali furon trovati a mio tempo in quel di Castel Fiorentino, e questi in tal loco profondorono prima che la lita, gittata dall’Arno nel mare che quivi copria, fussi abondata in tant’altezza, e che le pianure del Casentino fussin tanto abbassate del terren che Arno al continuo di lì sgombra. |
(Solmi, Frammenti, p. 157-58, Beltrami, Scritti, p. 91). | (Cod. Leicester, 9. v.; trascriz. Calvi.) |