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Nomi geografici.

Adriano, Adriatico; anche in Dante: «in su’ lito Adriano»

Attalante, Atlante.

Ceceri, Monte presso Fiesole.

Golfolina, Gonfolina, gola delle ultime diramazioni del

Sub-Appennino pistoiese.

Momboso, Monte Rosa.

Talas, Thala Mons, monti dell’Aethiopia Interior, nella geografia di Tolomeo.

Taurus, la catena del Tauro.


Dopo questo piccolo abbozzo di spoglio del materiale linguistico vinciano antiquato, inusitato e dialettale, tra i fatti più degni d’osservazione si può notare: il frequente mutamento dell’r in l (es. albusto), e viceversa (refresso), dell’au in al (aldace), del digramma sc in ss (lassare), l’uso costante dell’o invece del dittongo uo (omo), la frequenza delle metatesi; il plurale in e dei sostantivi e degli aggettivi terminanti al singolare in e; mia, tua, sua, per miei, tuoi, suoi; tutti fenomeni della parlata popolare fiorentina.

Da questo glossarietto non risultano le irregolarità nella coniugazione dei verbi: spesso il V. erra l’indicativo (es. concedano per concedono), il soggiuntivo (pianghino, nascessino), il condizionale (astenderebbono), e altre voci, come queste d’uso volgare fiorentino, ad esempio, saperrai per saprai, po per può, usato già quest’ultimo anche dal Petrarca.

Accanto agli idiotismi fiorentini, pochissimi i veneto-lombardi, frequenti, invece, i ricordi del latino.

Una particolarità curiosa — forse tutta vinciana — sono alcuni aggettivi in ente (fumolente), invece che in oso.

Molt’altro si potrebbe osservare, ma concludendo, m’accontenterò d’osservare come esiguo sia il materiale linguistico vinciano caduto in disuso in confronto della gran massa di vocaboli ancor viva e verde.