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delli intervalli d’esse legne, in fra quelle con ischerzevole e giocoso transito, se stessi tesseva.
Cominciato a spirare fori dell’intervalli d’esse legne, di quelli a se stessi dilettevoli finestre fatto avea; e, cacciate fori di rilucenti e rutilanti fiammelle, subito discaccia le oscure tenebre della serrata cucina; e con galdio, le fiamme già cresciute, scherzavano coll’aria d’esse circundatrice e con dolce mormorio cantando, creava soave sonito...
Vedutosi già fortemente essere sopra delle legne cresciuto e fatto assai grande, cominciò a levare il mansueto e tranquillo animo in gonfiata e incomportabile superbia, facendo quasi a sè credere tirare tutto el superiore elemento1 sopra le poche legne.
E cominciato a sbuffare, e empiendo di scoppi e di scintillanti sfavillamenti tutto il circunstante focolare, già le fiamme, fatte grosse, unitamente si drizzavano inverso l’aria... quando le fiamme più altiere percosser nel fondo della superiore caldara.
La pietra e l’acciarino. — La pietra, essendo battuta dall’acciarolo del foco, forte si maravigliò, e con rigida voce disse a quello: che presunzion ti move a darmi fatica? Non mi dare affanno, che tu m’hai colto in iscambio, io che non dispiacei mai a nessuno. Al quale l’acciarolo rispose: se starai paziente, vederai che maraviglioso frutto uscirà di te.
- ↑ L’elemento del foco.