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portare con meco due quadri, dov’è su due Nostre Donne di varie grandezze, le quali io ho cominciate pel Cristianissimo Re o per chi a voi piacerà. Arei ben caro di sapere, alla mia tornata di costà, dove io ho a stare per istanzia, perchè non vorrei dare più noia a V. Signoria; e ancora, avendo io lavorato pel Cristianissimo Re, se la mia provvisione è per correre o no. Io scrivo al Presidente di quell’acqua che mi donò il Re, della quale non fui messo in possessione, per esserne carestia nel Navilio, per causa de’ gran secchi, e perchè i sua bocchegli non eran moderati; ma ben mi promise che, fatta tal moderazione, ne sarei messo in possessione1; si che io vi priego che scontrandosi in esso Presidente, non v’incresca che, ora che tali bocchelli son moderati, di ricordare a detto Presidente di farmi dare la possessione d’essa acqua, che mi parve intendere che in gran parte stava a lui. Altro non mi accade. I’ sono sempre a’ vostri comandi.
Al Presidente dell'Ufficio regolatore del Navilio.
Magnifico Presidente, essendomi io più volte ricordato delle profferte fattemi da Vostra Eccellenzia,
- ↑ Luigi XII nella primavera del 1507 gli aveva promesso un dono di 12 once d’acqua sul Naviglio di San Cristoforo, appena cessata la siccità e compiuta la moderazione dei bocchelli.