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10 leonardo da vinci [§ 13

13. Come la scienza dell’astrologia nasce dall’occhio, perchè mediante quello è generata.

Nessuna parte è nell’astrologia che non sia ufficio delle linee visuali e della prospettiva, figliuola della pittura; perchè il pittore è quello che per necessità della sua arte ha partorito essa prospettiva, e non si può fare per sè senza linee, dentro alle quali linee s’inchiudono tutte le varie figure de’ corpi generati dalla natura, e senza le quali l’arte del geometra è orba. E se il geometra riduce ogni superficie circondata da linee alla figura del quadrato, ed ogni corpo alla figura del cubo; e l’aritmetica fa il simile con le sue radici cube e quadrate; queste due scienze non si estendono se non alla notizia della quantità continua e discontinua, ma della qualità non si travagliano, la quale è bellezza delle opere di natura ed ornamento del mondo.


14. Pittore che disputa col poeta.

Qual poeta con parole ti metterà innanzi, o amante, la vera effigie della tua idea con tanta verità, qual farà il pittore? Quale sarà quello che ti dimostrerà i siti de’ fiumi, boschi, valli e campagne, dove si rappresentino i tuoi passati piaceri, con più verità del pittore? E se tu dici che la pittura è una poesia muta per sè, se non vi è chi dica o parli per lei quello che la rappresenta, or non t’avvedi tu che il tuo libro si trova in peggior grado? perchè ancora ch’egli abbia un uomo che parli per lui, non si vede niente della cosa di che si parla, come si vedrà di quello che parla per le pitture; le quali pitture, se saranno ben proporzionati gli atti con i loro accidenti mentali, saranno intese, come se parlassero.


15. Come la pittura avanza tutte le opere umane per sottili speculazioni appartenenti a quella.

L’occhio, che si dice finestra dell’anima, è la principale via donde il comune senso può più copiosamente e magnificamente considerare le infinite opere di natura e l’orecchio è il secondo, il quale si fa nobile per le cose racconte, le quali ha veduto l’occhio. Se voi istoriografi, o poeti, o altri matematici, non aveste con l’occhio visto le cose, male le potreste voi riferire per le scritture. E se tu, poeta, figurerai una istoria con la pittura della penna, il pittore col pennello la farà di più facile satisfazione, e meno tediosa ad esser compresa. Se tu dimanderai la pittura muta poesia, ancora il pittore potrà dire la poesia orba pittura. Or guarda qual è più dannoso mostro, o il cieco, o il muto? Se il poeta è libero come il pittore nelle invenzioni, le sue finzioni non sono di tanta satisfazione agli uomini, quanto le pitture, perchè se la poesia s’estende con le parole a figurar forme, atti e siti,