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alla vita di leonardo da vinci | xxxiii |
N. 29. Paese con un lago nel mezzo. A destra, un colle che termina in una rupe, donde precipita un ruscello. A sinistra, la falda di un monte, di là dal quale si distende una fortezza. Da questa parte leggesi scritto da destra a sinistra a rovescio, al modo di Leonardo: «dì di Sta Maria della Neve addj 5 dagosto 1473».
Il professore Raffaello Tosoni di Cetona, dimorante in Firenze, amorevole possessore di var oggetti d’arte preziosi, ha due disegni di Leonardo. Il primo è una testa di donna, grande quanto il vivo, veduta di faccia, con capelli crespi e sciolti, un filo di perle al collo, e colle maniche della veste trinciate e con nastri. Disegno a matita rossa in carta tinta, con fondo d’aria. Appartenne alla collezione di Carlo I d’Inghilterra ed è segnato della sua cifra C R (Carlo re).
Il secondo, di autenticità incontrastabile, contiene vari schizzi a penna bellissimi. Si vede un guerriero in atto di scagliare una freccia passata per un foro in mezzo allo scudo che fa da arco. Sotto evvi scritto da destra a sinistra: «questo schudo vuole averhe de lungo» (sic). Altre due figure di guerrieri parimente in atto di scaricar dardi a traverso gli scudi che fan da arco, e son puntati in terra per una specie di piede o cavalletto, colla scritta: «qui starebbe ben che la rotella fusse daccarro (d’acciaro) e nel piegharsi faciessi lofitio del balestro» . Una palla, o granata, che rotolando sputa fuoco, come dicono le parole: «Palla che chore per se medesima gittando fuoco lontano b. 6». Poi due guerrieri che corrono con balestre in mano; poi due altri che puntano il loro scudo che fa da balestra; e finalmente il taglio di essa palla, dove si vede il modo con cui sono disposti i tubi della materia combustibile. Questo disegno faceva parte della insigne collezione di Tommaso Lawrence. — † Morto il prof. Tosoni, questi disegni due anni fa andarono venduti fuori d’Italia.
† Giuseppe Vallardi di Milano vendè nel 1856 al museo del Louvre per 35 mila franchi un grosso volume in-fol. contenente disegni di Leonardo, parte a matita nera e parte rossa, ad acquerello e lumeggiati di bianco, e parte a penna su fondo bianco. Il Vallardi lo acquistò nel 1829, andando a Roma, da un’antica illustre famiglia, accrescendolo con diversi altri disegni appartenuti alla galleria Calderara e alla raccolta Sannazzaro. Egli ne stampò nel 1855 una illustrazione in soli 100 esemplari, che sono fuori di commercio, per donarli agli amici. Circa a quelli che di lui erano o sono ancora nell’Ambrosiana, si può leggere la Memoria di Giovanni Dozio, stampata in Milano nel 1871. Anche nel castello reale di Windsor e nel museo Britannico sono disegni del Vinci.
PARTE TERZA.
dei lavori scientifici di leonardo da vinci.1
Leonardo da Vinci è di quegli uomini che colla potenza dell’ingegno seppero vincere l’avversa fortuna. Di lei non ebbe molto a lodarsi fin dalla nascita, poichè è certo che non fosse figlio di alcuna delle quattro mogli di suo padre; nè molto dipoi, avvegnachè le opere d’arte di Leonardo
L. da Vinci — Trattato detta pittura. | e |
- ↑ La Vita di Leonardo scritta dal Vasari, quanto ben ci ritrae la eccellenza di quel divino ingegno nella pittura, altrettanto è insufficiente a darci ragione della universalità della sua dottrina e della terribile manifestazione del suo intelletto nelle speculazioni fisiche e matematiche. Di maniera che, parendoci che un discorso inteso ad accennare brevemente le investigazioni da lui fatte nelle scienze fisiche e matematiche, e i benemeriti suoi verso quelle, non sarebbe riputato aggiunta inutile alle illustrazioni di questa Vita; abbiamo chiesto ed ottenuto che di questa materia, a noi non familiare, discorresse nel presente Commentario il nostro pregiato amico prof. Girolamo Buonazia di Siena, al quale qui professiamo pubblicamente singolare gratitudine.