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vita di leonardo da vinci xv

che le ha care e tiene come per reliquie tal carte, insieme con il ritratto della felice memoria di Lionardo:1 e chi legge quegli scritti, par impossibile che quel divino spirito abbi così ben ragionato dell’arte e de’ muscoli e nervi e vene, e con tanta diligenza d’ogni cosa. Come anche sono nelle mani di......, pittor milanese,2 alcuni scritti di Lionardo, pur di caratteri scritti con la mancina a rovescio, che trattano della pittura e de’ modi del disegno e colorire. Costui non è molto che venne a Fiorenza a vedermi, desiderando stampar questa opera, e la condusse a Roma per dargli esito; nè so poi che di ciò sia seguìto.3

E per tornare alle opere di Lionardo, venne al suo tempo in Milano il re di Francia;4 onde pregato Lionardo di far qualche cosa bizzarra, fece un lione, che camminò parecchi passi, poi s’aperse il petto e mostrò tutto pien di gigli. Prese in Milano Salai milanese per suo creato,5 il qual era vaghissimo di grazia e di

    nibus solam convenire intendens (Vedi G. Govi, nel Saggio dell’opere di Lionardo da Vinci, pag. 7).

  1. * Rimangono tuttavia due ritratti di Leonardo disegnati di sua mano. Il primo è nella collezione della Regina d’Inghilterra; è di profilo, fatto di matita rossa: fu pubblicato dallo Chamberlain, op. citata. Avvene una copia nell’Ambrosiana, edita dal Gerli. Sembra che un’altra ne possegga la collezione nazionale parigina. Questo ritratto mostra grande acutezza e vivacità. Il secondo ne presenta quasi tutta la faccia, disegnato anch’esso di matita rossa; ed appartiene alla collezione dell’Accademia di Venezia. Un facsimile con un passo del Lomazzo precede al Cenacolo del Bossi. In questo secondo ritratto il suo aspetto è molto più energico; è una testa bellissima. Quello che, secondo il De Pagave, era dipinto a Vaprio, non esiste più. Nella galleria di Firenze trovasi il ritratto di Leonardo dipinto da sè stesso; mezza figura, di tre quarti in profilo, inciso dal Morghen. Il signor Giovanni Gagliardi, mercante e restauratore di quadri in Firenze, possiede un altro bel ritratto in tavola, vòlto di profilo a sinistra, il quale, se è dubbio che sia dipinto da Leonardo medesimo, è certo per altro che è la stessa testa posta dal Vasari in fronte alla Vita di questo pittore. † Il ritratto già posseduto dal pittore Gagliardi, e proveniente dalla galleria Guiducci di Firenze, passò l’anno 1855 nelle mani del signor Orazio Buggiani, negoziante fiorentino in Londra. Un altro ritratto di Leonardo, da un disegno in matita rossa conservato nella biblioteca privata del Re a Torino, fu riprodotto in fotolitografia nel già ricordato libro in-folio stampato dal Ricordi in Milano nel 1872 col titolo: Saggio delle opere di Lionardo da Vinci, ecc.
  2. † Questo pittor milanese si potrebbe congetturare che fosse Aurelio Luini.
  3. È questo il famoso Trattato della pittura, stampato per la prima volta a Parigi col titolo: Trattato della pittura di Lionardo da Vinci, nuovamente dato in luce, colla vita dell’Autore, scritta da Raffaello Du Fresne, ecc. (Parigi, 1651, in-fol. fig.). Le vicende e le varie edizioni di questo libro sono accennate dal Gallenberg, a pag. 159 e segg. Le edizioni più recenti sono quelle del Fontani (Firenze, 1792), il quale si giovò di una copia a penna assai corretta di Stefanino della Bella, che si conserva tra i codici della Riccardiana n. 2275; quelle di Parigi del 1796 e 1803; la milanese del 1804, fatta per cura dell’Amoretti; e finalmente la romana del 1817, procurata da Guglielmo Manzi sopra un codice Vaticano già appartenuto alla biblioteca d’Urbino, e probabilmente esemplato sull’autografo dal Melzi o dal Salai: e questa debbesi tenere per la più compiuta e ordinata edizione.
  4. * Secondo il Lomazzo, fu questi Francesco I, ed allora ne conseguirebbe che Leonardo era in Milano nel 1515, anno della venuta di detto re in questa città. (Vedi Trattato della pittura, lib. II, cap. 1).
  5. Salai, o Salaino, fu scolaro e servitore di Leonardo; anzi nel testamento di questo è indicato soltanto colla seconda qualità. — * Egli era piaciuto a Leonardo al pari del Melzi, perchè giovane di bellissimo aspetto e di maniere graziose; e servivasene di modello per dipingere angeli o altre figure leggiadre. Oltre il quadro della Sant’Anna dipinto sul cartone del maestro, indicato più sotto, la pinacoteca di Brera tiene per opera del Salai tre tavole di Nostra Donna; una delle quali, rappresentante il Riposo in Egitto, vedesi incisa nella citata Raccolta del Fumagalli. Nella stessa pinacoteca, trasportatovi dalla chiesa di San Pietro di Murano fin dal 1811, è il quadro colla Madonna, il Putto, san Giuseppe, san Girolamo e due cherubini, sottoscritto: andreas mediolanensis 1495 f. Anche il museo Nazionale di Parigi possiede un’altra tavola colla Crocifissione segnata parimente andreas mediolanensis • fa. 1503: ma l’Andrea di questi due quadri è Andrea Solario, e non il Salai. Altro quadro firmato (si dice) del Salai, rappresentante la Fuga in Egitto, troviamo descritto in un catalogo tedesco di una raccolta di quadri originali a olio, posti in vendita a Lipsia nel 1845.